
1 di 10
La vita a Chernobyl
Il vento ha trasportato le radiazioni dell'incidente nucleare a centinaia di chilometri di distanza dalla centrale nucleare di Chernobyl. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Il vento ha trasportato le radiazioni dell'incidente nucleare a centinaia di chilometri di distanza dalla centrale nucleare di Chernobyl. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Oleg S., 54 anni, e Dima B., 13 anni, hanno un cancro alla tiroide. Sono ricoverati in un ospedale specializzato in Bielorussia, dove i tumori vengono operati con frequenza quotidiana. Oleg è stato esposto a enormi livelli radiazioni, durante l'incidente: si prepara ad affrontare la sua terza operazione alla tiroide. La mamma di Dima sostiene che il disastro di Chernobyl è responsabile del suo cancro, ma i dottori sono più cauti: i funzionari del governo bielorusso hanno l'ordine di minimizzare la gravità dei danni per poter ricominciare a coltivare ettari di terreno contaminato. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Ludmila S., 55 anni, ritorna a Pripyat, la sua città natale, da cui è stata evacuata nel 1986. È la seconda volta nella sua vita che torna a Pripyat dal 1986. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Oggi centinaia di anziani residenti sono tornati alle loro case, preferendo di morire sulla loro terra, per quanto contaminata, piuttosto che vivere altrove in qualche anonima periferia. Oggi sono tollerati, ma inizialmente le autorità li consideravano abusivi e li cacciavano dalle loro case. Nessuno di loro ha accesso con facilità a sostegno sanitario. Una volta al mese i dottori dell'ospedale di Chernobyl fanno il giro dei pochi paesi ancora abitati per visitare gli anziani. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
L'Unione Sovietica ammise l'esistenza dell'incidente solo tre giorni dopo l'esplosione, quando alcuni scienziati in Svezia notarono una quantità anomala di sostanze radioattive sotto le loro scarpe prima di entrare in un laboratorio. Quando finalmente le autorità sovietiche ordinarono l'evacuazione dei 150 comuni in un raggio di trenta chilometri, le famiglie si lasciarono alle spalle la maggior parte dei loro averi. L'esplosione ha triplicato il livello delle radiazioni presente nel mondo. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Venticinque anni dopo, le aule vuote della scuola di Pripyat sono ancora il simbolo della morte e dell'abbandono seguiti alla tragedia. Nel frattempo la natura si è impossessata della zona. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Gli operai indossano indumenti di plastica e dei respiratori per proteggersi dalle radiazioni, mentre lavorano al reattore colpito dall'esplosione. Il loro lavoro è evitare ulteriori cedimenti del complesso in attesa della costruzione di una nuova struttura. È un lavoro pericoloso, che possono svolgere solo per 15 minuti al giorno. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
All'1.23 del 26 aprile 1986, alcuni operatori della centrale nucleare di Chernobyl compirono una serie fatale di errori nella sala controllo del reattore 4, dando inizio a quello che sarà il più grande e grave incidente nucleare della storia del mondo. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
La cittadina di Pripyat, una volta abitata da 50 mila persone, ora è praticamente una città fantasma. Fu costruita negli anni Settanta proprio perché potessero viverci le famiglie degli operai della centrale. Le autorità non informarono per tempo i residenti dei rischi connessi all'incidente e fecero evacuare il paese solo due giorni dopo l'esplosione. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE
Gerd Ludwig si prepara per visitare il reattore 4, altamente contaminato. Ci resterà solo quindici minuti, il massimo che lui e gli altri operai possono trascorrerci ogni giorno. The Long Shadow of Chernobyl - Foto © Gerd Ludwig/INSTITUTE