La Russia caccia il corrispondente del Guardian
Aveva definito la Russia una «cleptocrazia autocratica», citando le accuse pubblicate da Wikileaks
Il corrispondente del Guardian da Mosca, Luke Harding, è stato espulso dalla Russia in quello che sembra essere il primo allontanamento forzato di un giornalista britannico dalla fine della Guerra Fredda. Harding aveva recentemente definito la Russia una «cleptocrazia autocratica», citando le dichiarazioni di alcuni diplomatici americani nei documenti diffusi da Wikileaks, e scritto che sotto la leadership di Vladimir Putin il paese si era trasformato in uno «stato mafioso».
Il giornalista del Guardian è stato accompagnato all’aeroporto e costretto a salire su un aereo per Londra. Il suo passaporto gli è stato restituito solo una volta a bordo. Non ha ricevuto nessuna spiegazione ufficiale sui motivi del suo allontanamento. Soltanto uno degli agenti in aeroporto gli ha detto «Con la Russia hai chiuso per sempre». L’ultima volta che un giornalista britannico era stato espulso dalla Russia fu ai tempi del governo di Margaret Thatcher, nel 1989. In quel caso il governo russo aveva espulso il corrispondente del Sunday Times, Angus Roxburgh, in seguito all’espulsione dalla Gran Bretagna di undici spie russe.
Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha contattato il ministero degli Esteri russo chiedendo spiegazioni su quanto successo. Il ministro russo Sergei Lavrov ha detto che cercherà di chiarire l’episodio, ma per il momento non ha dato nessuna spiegazione. «È un episodio molto grave, che mette in pericolo la libertà di stampa. È preoccupante che il governo russo decida di espellere i giornalisti che non approva. Il modo in cui la Russia tratta i giornalisti – sia quelli russi che quelli stranieri – è motivo di grande preoccupazione. Stiamo cercando di chiarire che cosa è successo e siamo in contatto con il Ministero degli Esteri», ha detto il direttore del Guardian, Alan Rusbridger.
Nonostante i giornalisti occidentali siano meno in pericolo rispetto ai loro colleghi russi, alcuni dei quali sono stati uccisi per avere denunciato la corruzione del governo, devono comunque stare molto attenti. Lo stesso Harding era già stato minacciato e detenuto brevemente lo scorso aprile per essere andato nell’Inguscezia e avere poi intervistato il padre di una delle attentatrici suicide che si erano fatte esplodere nella metropolitana di Mosca nel marzo del 2010.