La rivendicazione cecena dell’attentato a Mosca
Il leader della lotta armata Doku Umarov ha diffuso un video per rivendicare l'attacco che ha ucciso 36 persone
Il terrorista ceceno Doku Umarov, uno degli uomini più ricercati in Russia, ha rivendicato l’attentato all’aeroporto di Mosca dello scorso 24 gennaio. L’attacco suicida nell’area degli arrivi dello scalo Domodedovo causò la morte di 36 persone e il ferimento di altre 180. Da allora le autorità russe stanno indagando per scoprire i mandanti dell’attentato, che fino a ora non era stato ancora rivendicato da una organizzazione terroristica.
Doku Umarov è uno dei principali leader della lotta armata in Russia per la secessione della Cecenia. Con il proprio movimento islamista, Umarov si è proclamato emiro e ha dichiarato nel 2007 la formazione dell’Emirato Caucasico, un’entità statale non riconosciuta e autoproclamata, considerata dagli Stati Uniti e dalla Russia un’organizzazione terroristica a tutti gli effetti. Nel marzo del 2010, il comandante ha rivendicato l’attentato suicida nella metropolitana di Mosca costato la vita a 39 persone e, secondo le autorità russe, sarebbe stato anche il mandante dell’attentato sulla linea ferroviaria tra la capitale e San Pietroburgo che causò la morte di 26 persone.
Umarov ha diffuso un messaggio video online per assumersi le responsabilità dell’attentato, organizzato in risposta dei «crimini commessi dalle autorità russe nell’area del Caucaso». Nel filmato, Umarov dichiara di essere pronto a ordinare nuovi attacchi sempre di natura suicida nel paese.
https://www.youtube.com/watch?v=4u1Y1OuL1tw
Il video è datato 24 gennaio, lo stesso giorno dell’attentato al Domodedovo ed è stato inviato poche ore fa per email all’agenzia di stampa Kavkaz Center. Nel filmato, Umarov appare da solo, vestito in tenuta mimetica e si rivolge direttamente al popolo russo: «Questa particolare operazione è stata condotta sotto i miei ordini e, a Dio piacendo, altre operazioni particolari come questa saranno portate avanti in futuro».
Secondo Umarov, i musulmani sono sotto attacco da parte del mondo intero a causa dei regimi sionisti e cristiani portati avanti da Israele e dagli Stati Uniti. Nel video non mancano i riferimenti alla jihad nel Caucaso per «riportare la parola di Allah» e le minacce sulla possibilità di condurre altri attentati grazie alle «centinaia di altri fratelli» pronti a sacrificarsi per lottare contro il «regime razzista russo».
La rivendicazione dell’attentato conferma quanto fino a ora ipotizzato dagli inquirenti che indagano sull’attacco suicida di fine gennaio. Le indagini avevano portato fino a ora all’identificazione dell’attentatore, un ragazzo di una ventina di anni proveniente dall’area della Ciscaucasia, il Caucaso del Nord.