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  • Sabato 5 febbraio 2011

L’esplosione nel gasdotto egiziano

L'incidente, o il sabotaggio, ha causato una fiammata alta alcune decine di metri, sospesa la fornitura di gas verso Israele

Una forte esplosione ha colpito una derivazione del gasdotto egiziano che corre lungo l’area settentrionale della penisola del Sinai. La tv di stato dell’Egitto e alcuni testimoni hanno segnalato la presenza di una grande fiammata visibile a diversi chilometri di distanza, ma non è ancora chiaro se l’esplosione sia stata il frutto di un semplice incidente o di un sabotaggio. La derivazione del gasdotto colpita si trova a el-Arish a poche decine di metri di distanza da un piccolo aeroporto locale e al momento non si segnalano vittime o feriti.

L’incendio avrebbe causato una serie di altre esplosioni minori a catena lungo il gasdotto, ma i danni sarebbero contenuti grazie al tempestivo intervento dei tecnici che hanno chiuso la fornitura di gas per arginare le fiammate. Associated Press conferma che le fiamme erano visibili a decine di chilometri di distanza anche lungo il confine tra Gaza ed Egitto a quasi 70 chilometri dal luogo dell’incidente. Le fiamme si sono alzate per alcune decine di metri verso il cielo, ma dopo un paio d’ore si sono spente grazie all’interruzione del passaggio del gas.
https://www.youtube.com/watch?v=I0WK5VYPE3A
Le tubature trasportano il gas da Port Said, una città nel nordest dell’Egitto a poca distanza dal canale di Suez, verso Israele e la Giordania. Per Israele la fornitura di gas egiziano è molto importante per soddisfare le proprie necessità energetiche. Al momento non è ancora chiaro se l’incidente, o sabotaggio, avrà ripercussioni sulle forniture di gas per Israele. Le autorità israeliane confermano di non ricevere più il gas da alcune ore, ma si tratta di una conseguenza prevista quando si devono gestire i casi di emergenza e arginare la propagazione di fiammate lungo il gasdotto. Le forniture potrebbero riprendere già nel corso delle prossime ore.
https://www.youtube.com/watch?v=pnVKKiitwU0
Per il governatore della regione del Sinai, Abdel Wahab Mabrouk, è molto probabile che l’esplosione sia stata il frutto di un sabotaggio e non di un semplice incidente. I beduini che vivono nella zona avevano già tentato di sabotare il gasdotto nel luglio scorso per protestare contro il governo, accusato di discriminarli e di non rispettare le loro esigenze. Secondo un giornalista della TV di stato, vicina al governo e critica nei confronti delle manifestazioni contro Mubarak, i problemi nella gestione della sicurezza di questi ultimi giorni, dovuti alle grandi proteste di piazza contro il regime, avrebbero facilitato il lavoro ai sabotatori. Mancano naturalmente le prove a sostegno di questa ipotesi.