Ferrara contro Santanché e Brambilla
L'idea di una manifestazione di piazza definita "criminale" dal direttore del Foglio
Il violentissimo editoriale di Giuliano Ferrara che esce sul Foglio mercoledì ed è stato anticipato alle agenzie martedì sera ha una storia che nasce nei giorni scorsi, quando in modi pubblici e privati Ferrara ha offerto a Silvio Berlusconi dei suggerimenti su come uscire dalla situazione in cui si è messo attraverso un ritorno alla politica e all’azione di governo: il primo atto di questo tentativo di strategia – vecchio pallino di Ferrara, far governare seriamente Berlusconi – era stata un’intervista del PresdelCons al Foglio del tutto indifferente ai guai delle inchieste e concentrata sulla questione della tassa patrimoniale.
Ma come si sa Berlusconi ha anche altri consiglieri, e oggi è circolato un annuncio dell’organizzazione di una manifestazione pubblica a favore della maggioranza – rapidamente ritirato – che ha fatto arrabbiare Ferrara, come scrive lui stesso.
Un comunicato politicamente criminale, seguito al vertice riunitosi intorno al presidente del Consiglio, ha rischiato di dirottare nel grottesco la sua iniziativa politica di un piano nazionale per la crescita, che una successiva dichiarazione ufficiale di mano del premier ha rimesso all’onore del mondo. Mentre i cronisti a Bruxelles costringevano il bravo e autorevole Angelino Alfano, ministro della Giustizia, a riparlare del “processo breve”, che non è una parolaccia ma nemmeno una priorità del governo in questi giorni, da Palazzo Grazioli usciva una cosina propagandistica da cui risultava che Berlusconi si era riunito con i suoi per dare a Michela Vittoria Brambilla, che dovrebbe occuparsi del turismo, e a Daniela Santanchè, l’incarico di mobilitare il paese contro i pm di Milano. Quel che pensiamo dei pm, che si sono di nuovo comportati da “casta violenta” perquisendo l’abitazione di una cronista del Giornale e la sua redazione, si sa. Ma peggio dei pm c’è solo un modo risibile di combatterli, destituendo il presidente del Consiglio del suo potere e dovere istituzionale di governare l’Italia. Il risultato del grave incidente di staff, nel primo pomeriggio, era questo (e se ne vedranno comunque conseguenze maliziose anche stamane): Berlusconi scherzava, altro che crescita dell’economia, torna a occuparsi solo dei suoi processi e sale sulle barricate. Esattamente l’immagine che i nemici di Berlusconi vogliono dare di lui, e che qualche amico un po’ sciatto contribuisce a diffondere.
Tutto è bene quel che finisce bene. E’ ovvio che Berlusconi ha molti fronti aperti, visto che è sotto l’assedio borbonico e moralistico del circuito mediatico giudiziario, ma se non si controlla lo spin, cioè la comunicazione dell’agenda politica di un uomo di stato, governare non diventa impossibile, diventa inutile.