Il punto sull’Egitto
L'opposizione vuole portare un milione di persone in piazza al Cairo, domani
Le forze e i movimenti antigovernativi in Egitto hanno indetto una grande manifestazione per domani, a una settimana dall’esplosione delle rivolte, con l’obiettivo di portare più di un milione di persone sulle strade del Cairo. Il loro auspicio è che la manifestazione dia il colpo di grazia a un regime indebolito e fragile, convincendo Mubarak a lasciare il governo e il paese.
La giornata di ieri era stata segnata dalla presenza in piazza di Mohamed El Baradei, avversario di Mubarak, che sta cercando di coalizzare attorno a sé le forze di opposizione. El Baradei ha ricevuto una buona accoglienza e ha chiesto di pazientare ancora qualche giorno, dicendosi certo che l’Egitto ormai è cambiato per sempre. Ieri pomeriggio a un certo punto era trapelata la notizia per cui la polizia avrebbe ripreso oggi il controllo delle strade, senza attaccare i manifestanti. Questa mattina la polizia ha piazzato alcuni posti di blocco in giro per il Cairo ma, stando a quanto racconta il corrispondente di Al Jazeera, si attendono ancora precise direttive dal ministero degli interni.
Continuano ad arrivare notizie di saccheggi ed evasioni dalle carceri, e c’è chi ipotizza che il ritiro della polizia da parte del governo sia funzionale alla creazione del caos, così da convincere i cittadini della necessità di un governo forte. È vero anche che nelle ultime ore il governo non ha mostrato di avere saldamente in mano il controllo delle forze dell’ordine: più volte si sono visti i militari proteggere le persone dalla polizia, più volte la sicurezza dei musei e dei siti archeologici è stata curata da semplici cittadini, costretti a supplire all’assenza delle forze dell’ordine.
Oltre all’annuncio della manifestazione di domani, l’altra notizia di oggi è la pressione su Stati Uniti ed Europa esercitata da Israele affinché questi non abbandonino il governo di Mubarak. In questi anni, infatti, il presidente egiziano è stato uno dei pochissimi capi di stato sul quale Israele ha potuto contare, uno dei pochissimi a non indugiare nella retorica antisemita della quasi totalità dei governi dell’area. Per questa ragione Mubarak è stato a lungo sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, che però negli ultimi giorni gli hanno rivolto inviti sempre più decisi ad avviare la transizione democratica dell’Egitto. Come spiega Haaretz, il ministero degli esteri israeliano ha dato mandato ai suoi ambasciatori negli Stati Uniti, in Canada, in Russia, in Cina e in molti paesi europei di mettersi in contatto con i governi locali e manifestare la preoccupazione dell’esecutivo israeliano. I ministri degli esteri europei parleranno della situazione in Egitto in un incontro speciale previsto oggi a Bruxelles.
Ultima cosa. Su Youtube un sacco di gente sta guardando il video che mostra gli idranti sulle persone in preghiera sul ponte sul Nilo, la scena ritratta in una delle foto che ha circolato di più in questi giorni.
foto: AP Photo/Lefteris Pitarakis