L’ultima marcia per il Bloody Sunday
Oggi in Irlanda del Nord si terrà l'ultima marcia per ricordare il Bloody Sunday
Oggi in Irlanda del Nord si terrà l’ultima marcia per ricordare il Bloody Sunday, la domenica di sangue del 30 gennaio 1972, quando quattordici persone vennero uccise dai soldati del Primo Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’esercito britannico durante una manifestazione per i diritti civili a Derry.
Un comunicato sottoscritto dalla maggior parte delle famiglie delle vittime ha annunciato che la protesta non è ormai più necessaria dopo i risultati dell’inchiesta su quanto accadde quel giorno e le scuse del premier David Cameron. L’inchiesta, durata 12 anni e costata quasi 250 milioni di euro, è stata resa nota ufficialmente lo scorso giugno e ha appurato definitivamente le responsabilità dell’esercito: i soldati non spararono in risposta a un primo colpo d’arma da fuoco esploso dai manifestanti e la loro aggressione fu spontanea e ingiustificata.
Non tutte le famiglie delle vittime sono d’accordo sulla decisione di interrompere la marcia annuale. Kate Nash, sorella di una delle vittime, l’ha definita prematura spiegando di non avere avuto la possibilità di esprimere la propria opinione in merito: «Chi l’ha deciso? E perché?», ha detto alla BBC.
Ma per la maggior parte delle famiglie questa è l’unica decisione giusta da prendere: «Dopo quello che abbiamo ottenuto con l’inchiesta del 15 giugno e con le parole di David Cameron è tempo di andare avanti». Non si sa ancora in quali altri modi sarà ricordato il Bloody Sunday a partire dal prossimo anno. Tra le opzioni menzionate finora c’è una commemorazione davanti al monumento del Bloody Sunday, una messa e un weekend dedicato ai diritti umani.