L’Egitto spegne Internet
Bloccati i quattro principali provider del paese, crollano gli accessi sui social network
A poche ore di distanza dalla nuova grande manifestazione contro il presidente egiziano Hosni Mubarak prevista per oggi, l’accesso a Internet è stato limitato e messo sotto controllo dalle autorità egiziane. Le prime segnalazioni sulla chiusura degli accessi alla Rete sono arrivate nel corso della notte appena passata da parte di singoli utenti e società che operano nel paese. Negli ultimi giorni i manifestanti avevano utilizzato i social network per condividere le immagini della protesta, organizzare nuove manifestazioni e coordinare la loro rivolta, seguendo uno schema molto simile a quello utilizzato in Tunisia dai manifestanti che hanno poi rovesciato il regime di Ben Ali.
Le limitazioni al libero accesso a Internet sono state confermate anche all’esterno dell’Egitto da alcuni esperti di informatica, dagli operatori telefonici e dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, che ha comunicato la notizia su Twitter: «Siamo preoccupati dal fatto che i servizi di comunicazione, compresi Internet, i social network e anche questo tweet siano bloccati in Egitto».
Secondo gli esperti di Renesys, società di consulenza specializzata nelle analisi e nello studio dell’andamento del traffico online, il governo egiziano avrebbe di fatto tagliato fuori dal mondo tutti gli utenti che utilizzano i quattro principali operatori (ISP) che offrono l’accesso alla Rete in Egitto. I siti web istituzionali, come quello del governo egiziano, non sono raggiungibili e il blocco sembra interessare buona parte dei domini egiziani “.eg”.
Si tratta di una situazione totalmente diverse rispetto alla contenuta manipolazione di Internet realizzata dalle autorità tunisine, dove alcuni accessi furono bloccati, o in Iran, dove viene limitata pesantemente la velocità di connessione. L’azione del governo egiziano di questa notte ha sostanzialmente eliminato l’Egitto dalla mappa delle comunicazioni del mondo.
Le anomalie legate alla Rete nel paese sono state confermate anche da Facebook. Il governo nega di aver bloccato i principali siti web utilizzati dai manifestanti per organizzare la rivolta, ma un portavoce del social network ha confermato il sensibile calo di accessi al sito dall’Egitto, indice di una qualche forma di censura da parte del governo, che mira a complicare l’organizzazione delle manifestazioni previste per questo pomeriggio. Altri utenti hanno segnalato attraverso Twitter di avere difficoltà ad accedere al Web.
Il blocco delle comunicazioni interessa anche la rete cellulare, che funziona a singhiozzo e non consente l’invio degli SMS. I principali operatori telefonici non hanno rilasciato particolari dettagli in merito, probabilmente per evitare contrasti con il governo che in questi ultimi giorni ha dimostrato di voler arrestare con rigore e intransigenza le proteste. Vodafone Egitto, uno dei principali operatori mobili del paese, aveva smentito di aver bloccato Twitter alcuni giorni fa, ma sugli ultimi sviluppi non ha fornito più alcun aggiornamento.
Dall’inizio delle proteste martedì scorso, almeno sette persone sono rimaste uccise nel corso degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. I manifestanti contestano la leadership del presidente Hosni Mubarak, accusato di aver fallito nell’amministrazione del paese negli ultimi anni e di non aver dato voce al dissenso e alle opposizioni.
Le manifestazioni previste in numerose città dell’Egitto per questo pomeriggio potrebbero superare quelle di martedì scorso per numero di partecipanti. Il governo ha deciso di impegnare anche i reparti speciali dell’antiterrorismo per controllare la rivolta e in molti temono una dura repressione delle manifestazioni. Il ministro degli interni ha usato parole minacciose, dichiarando di voler adottare soluzioni decisive contro chi manifesta.