Le indagini sull’attentato di Mosca
C'è il nome di un primo sospettato che porta verso la pista caucasica, ma la raccolta delle prove va a rilento
Ieri i cittadini di Mosca hanno osservato un giorno di lutto per ricordare le vittime dell’attentato di lunedì 24 gennaio all’aeroporto cittadino Domodedovo, che ha causato la morte di 35 persone e il ferimento di altre 170. A distanza di un paio di giorni dall’attentato, le indagini proseguono e la pista più probabile sembra essere quella del terrorismo legata ai separatisti del Caucaso del Nord, che si battono per applicare la legge della sharia nei loro territori ritenuti parte dell’emirato islamico. Le autorità non hanno, però, ancora grandi certezze sugli autori dell’attentato e non è ancora chiaro chi abbia materialmente fatto esplodere l’ordigno.
Inizialmente si è parlato di tre uomini che si sarebbero procurati l’esplosivo, circa sette chili di tritolo, per farlo poi detonare tra la folla nell’area degli arrivi internazionali. Le autorità russe hanno trovato i resti di un uomo nell’area dell’esplosione che potrebbero essere quelli di uno degli attentatori, ma risalire alla sua identità potrebbe richiedere molto tempo perché mancano ancora numerosi elementi per ricostruire quanto accaduto lunedì. Secondo altre ricostruzioni, a farsi esplodere sarebbero stati un uomo e una donna, mentre un terzo complice avrebbe controllato a distanza, ma sempre in aeroporto, l’andamento dell’operazione.
Stando alle indiscrezioni fornite dall’agenzia Ria Novosti, nelle ultime ore negli ambienti investigativi circola il nome di un primo sospettato. L’uomo, il cui cognome è Razdobudko, è dell’area di Stavropol, una delle zone più tranquille del Caucaso del Nord, anche se vicina al confine con il Dagestan dove gli attacchi dei separatisti sono molto frequenti. Razdobudko avrebbe fatto parto dell’organizzazione terroristica Nogai Jamaat, smantellata dalle autorità russe nell’ottobre del 2010.
Per la polizia, il sospettato potrebbe essere uno degli organizzatori dell’attentato all’aeroporto di Mosca, ma al momento non ci sono ancora conferme ufficiali e probabilmente prove sufficienti. Ci sarebbero diversi altri indagati per la vicenda e i test del DNA condotti nelle ultime ore potrebbero offrire nuovi dati per identificare i terroristi suicidi e i loro complici.
A distanza di tre giorno l’attentato non è stato ancora rivendicato da nessun gruppo terroristico, ma le analogie con l’attacco in una stazione della metropolitana di Mosca dello scorso anno sono notevoli, e sembrano indicare la provenienza dal Caucaso del Nord degli attentatori. Basandosi sulle prime indagini, il primo ministro Vladimir Putin ha comunque escluso la pista cecena.
Mentre proseguono le indagini, il presidente Dimitri Medvedev ha ammesso le gravi responsabilità degli ufficiali che avrebbero dovuto garantire la sicurezza all’interno dell’aeroporto. Medvedev ha deciso di rimuovere alcuni funzionari delle forze dell’ordine e si fanno anche i nomi del capo della polizia di Mosca, Maj Gen Vladimir Chugunov, e del responsabile dei trasporti della capitale Andrei Alexeyev. Nei prossimi giorni il presidente russo potrebbe disporre la rimozione di altri ufficiali sulla base delle indagini, che stanno anche cercando di verificare le responsabilità degli addetti alla sicurezza dell’aeroporto.