La Russia vuole portare i turisti nel Caucaso
Medvedev vuole costruire il più grande resort sciistico d'Europa nel tormentato Caucaso del Nord
Durante il suo intervento di oggi a Davos, dove è in corso l’annuale incontro organizzato dal World Economic Forum di Ginevra, il presidente russo Dmitri Medvedev ha proposto tra l’altro un piano alternativo per combattere il terrorismo nel Caucaso del Nord: la costruzione del più grande resort sciistico europeo.
La Catena del Caucaso ha alcune delle più belle montagne del mondo e comprende quella che è da alcuni considerata la vetta più alta d’Europa, il Monte Elbrus (dipende dalla contesa tra geografi sui confini dell’Europa). Da anni però è diventata la base dei separatisti delle repubbliche circostanti, vittime della prepotenza russa per secoli e oggi considerati responsabili di alcuni dei più feroci attentati compiuti negli ultimi anni sul territorio russo. Il Cremlino ha pianificato un investimento di circa undici miliardi di euro per la realizzazione del progetto, che dovrebbe essere completato nel 2020. Un miliardo è già stato stanziato dal governo, il resto dovrebbe essere raccolto attraverso finanziatori privati come quelli presenti in questi giorni a Davos.
Il direttore incaricato dal governo di seguire il progetto, Akhmed Bilalov, è sicuro che la costruzione degli impianti sciistici contribuirà notevolmente a migliorare la situazione sociale e politica del Caucaso. «Il problema più grande in quell’area è la mancanza di lavoro», ha detto al giornalista del New York Times Eric Pfanner. Secondo Bilalov, il resort creerà centomila nuovi posti di lavoro. L’obiettivo è realizzare cinque grandi stazioni, quella alle pendici del Monte Elbrus diventerebbe la più alta di tutta l’Europa. Gli impianti di risalita arriverebbero fino a 4.164 metri, trecento metri in più del più alto impianto presente nella catena alpina. Si prevede anche di costruire alberghi per una capacità complessiva di 90mila visitatori e impianti di risalita capaci di trasportare fino a 150mila sciatori al giorno. «Diventerebbe una stazione turistica al pari di Chamonix, Ischgl e Park City», ha detto Bilavov citando alcuni delle più famose località sciistiche di Francia, Austria e Stati Uniti.
Alcune stazioni sciistiche sono già presenti nella parte meridionale della regione caucasica e le Olimpiadi invernali del 2014 si terranno proprio a Krasnaya Polyana, vicino al Mar Nero. Ma il nuovo progetto del governo prevede di costruire anche nella delicata regione del Daghestan e in altre zone vicine alle tormentate Repubbliche di Cecenia e Inguscezia che, pur avendo acquistato lo status di Repubbliche Autonome dopo il collasso dell’Unione Sovietica, sono rimaste all’interno della Federazione Russa. Il rischio è che quindi vada a interferire con i già precari equilibri della zona rischiando di innescare nuovi conflitti. Molti osservatori internazionali fanno poi notare che nonostante lo sviluppo economico possa certamente aiutare ad allentare le tensioni nell’area, non bisogna scordarsi che per quanto riguarda la Cecenia la causa diretta del terrorismo resta comunque la guerra condotta dall’esercito russo negli anni Novanta. Il progetto porta quindi con sé un notevole rischio di fallimento: i turisti potrebbero essere riluttanti a scegliere il Caucaso del Nord come meta sciistica proprio per paura di possibili attentati.