I sicari di Berlusconi
Il Giornale torna al teppismo e tramuta in storia "boccaccesca" un'accusa di 28 anni fa per Ilda Boccassini, conclusasi con un'assoluzione
Ormai in totale spudoratezza il Giornale diretto da Alessandro Sallusti oggi lancia in prima pagina un nuovo imbarazzante (per il Giornale) episodio di quella che è stata chiamata “macchina del fango”, definizione che ormai si può assumere come anche troppo moderata, e si trasforma in una via di mezzo tra “Cronaca Vera” e una squadraccia.
Il titolo a quattro colonne in prima pagina è “Amori privati della Boccassini” e sopra una grande foto del pubblico ministero che guida l’inchiesta contro Silvio Berlusconi di questi giorni (“il contenuto non aggiunge nulla quanto già si sapeva” scrive più in basso il direttore delle carte della procura circolate ieri) si riferisce a dei documenti di 28 anni fa relativi a un procedimento disciplinare che si concluse con l’assoluzione di Boccassini, avviato dalla relazione sentimentale che il pm allora ebbe con un giornalista.
Il Giornale trova il modo di riempire due pagine di ripetizioni e verbali su una storia vecchissima e presto raccontata. Due guardie di servizio a un altro pm stilarono un rapporto dopo aver visto la Boccassini in “atteggiamento amoroso” con un uomo per strada, fuori dal tribunale. Altre conferme di questa relazione spinsero il procuratore Gresti a chiedere addirittura l’intervento del CSM su “presunti comportamenti illeciti”. La tesi che il Giornale gli attribuisce, facendola propria, è che la relazione con un giornalista che lavorava sulla cronaca giudiziaria potesse creare rischi di fughe di notizie per la procura, anche perché l’uomo aveva assunto in passato posizioni critiche nei confronti della linea della fermezza contro il terrorismo, come peraltro avevano fatto anche alcuni magistrati.
Il Giornale lo chiama già in prima pagina “un giornalista di Lotta Continua”: si immagina sia il giornale con quel nome, e non il movimento che si era sciolto nel 1976. Boccasini verrà assolta, anche dopo l’intervento in sua difesa di 27 colleghi che parlarono di “pettegolezzo”, “offesa nella sua dignità di donna”, “innammissibile interferenza nella sua vita privata”: espressioni che oggi il Giornale riprende per metterle sfacciatamente in relazione con quelle usate dalla difesa di Berlusconi. E oltre al malizioso titolo di prima pagina, chiama “boccaccesca” una vicenda solo perché si riferiva a un rapporto sentimentale di coppia. A conforto di chissà quali vergogne cita poi Gresti, che incaricò un addetto alle pulizie e un colonnello dei carabinieri “di ispezionare, specie nelle ore serali, gli ambienti della Procura di Milano al fine di evitare il ripetersi di episodi disdicevoli o comunque non commendevoli a me segnalati”. Salvo spiegare poi che l’addetto alle pulizie ne disse grosse e dubbie in altri casi, il Giornale ritiene di riportare integralmente le sue descrizioni delle vicinanze fisiche tra Boccassini e il suo fidanzato. E conclude con sprezzo del ridicolo definendo “fattaccio” l’episodio segnalato dai due carabinieri, che merita di essere riportato per la sua comicità involontaria che rende ulteriormente penosa l’iniziativa del Giornale:
«il giorno 15.10.1981 alle ore 18.30, lungo via Cesare Battisti, angolo corso di Porta Vittoria veniva attirata la mia attenzione (è il poliziotto che parla, ndr) da una coppia di giovani che abbracciati, in atteggiamento amoroso, si baciavano mentre camminavano (…). Mi colpiva in modo particolare lo sguardo insistente e cattivo che mi veniva lanciato dalla dottoressa in questione, tale da trarre anche l’attenzione del benzinaio sito nella stessa via, al punto di dirmi poi “ma hai visto che sguardo che ti ha lanciato quella lì?”…»