Bondi rimane dov’è
La Camera respinge la mozione di sfiducia: 314 voti contrari, 292 voti a favore
19,15. Ed ecco l’esito: maggioranza fissata a quota 304, voti a favore 292, voti contrari 314. La Camera ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Bondi che era stata presentata dall’opposizione.
18,50. Ha votato pure Berlusconi, accolto dagli applausi dei deputati della maggioranza.
18,29. La chiama è partita con la lettera F, siamo alla lettera P. Ci vorrà ancora un po’.
18,00. Lupi sta facendo le veci del presidente della Camera e fa lo spiritoso: “Come direbbe il mio cognome, evitiamo ululati”.
17,58. Si vota per chiamata nominale.
17,57. Chiude Cicchitto, elencando tutti i crolli di Pompei e i ministri del passato che non si sono dimessi. Ora parla Nucara per un minuto.
17,53. Anche Cicchitto accusa la sinistra e la giunta Veltroni di voler “trapanare” il Pincio, a Roma.
17,49. “State dando un contributo al rafforzamento del governo”
17,48. Ventura conclude chiedendo le dimissioni di Bondi e del governo. Ora parla Cicchitto per il PdL.
17,41. “Attoniti e sgomenti” per le parole “grevi” del premier durante le tramissioni televisive. Tutti ci tengono a far sapere che questa mozione ha a che fare con molte cose, oltre che con Bondi.
17,40. “Noi poniamo al centro il dissolversi della vostra attività di governo”
17,38. Ventura loda il primo governo Prodi, che seppe coniugare investimenti nella cultura al rigore nei bilanci dello Stato.
17,37. Parla Michele Ventura, per il PD.
17,36. Reguzzoni va fuori tema e se la prende con quelli di Futuro e Libertà che hanno detto che non voteranno la legge sul federalismo. Per il deputato della Lega sono traditori.
17,34. Per Reguzzoni la mozione di sfiducia è una perdita di tempo: “Questa maggioranza ha la maggioranza fuori e dentro il Palazzo. Anche grazie alla coerenza della Lega”.
17,31. “Dobbiamo realizzare gestioni dei beni culturali aperte ad enti locali e privati”. Non si risolvono tutti i problemi con i soldi dello Stato.
17,28. “Noi crediamo che la cultura sia necessaria all’uomo come il pane. E per questo votiamo la sfiducia”. Ora tocca a Reguzzoni della Lega Nord.
17,26. “Abbiamo offerto di ritirare la sfiducia in cambio del reintegro del Fondo unico per lo spettacolo, ma non abbiamo ricevuto risposta e votiamo la sfiducia”.
17,23. Buttiglione si sofferma sul problema della carenza degli organici, che porta alcuni funzionari a occuparsi di più soprintendenze in contemporanea. E ricorda le proposte per sbloccare i concorsi, soluzione che a detta sua avrebbe attenuato il problema, respinta dalla maggioranza.
17,21. Buttiglione: “Siamo consapevoli che cosa significa il valore storico e artistico del paese? Siamo pronti ad accettarne gli oneri?”. Mancano i fondi e gli investimenti, che porteranno a un “declino inarrestabile”.
17,20. Granata invita il ministro a denunciare le condizioni in cui si è trovato e di fare un passo indietro autonomamente, prima del voto di sfiducia. “L’unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventa nazione. Lei ha idee confuse e non all’altezza del suo compito, per questo avrà la nostra convinta sfiducia”. Ora tocca a Rocco Buttiglione.
17,18. “Al ministro dei beni culturali chiediamo per l’ultima volta nel rispetto dell’importante magistero che ricopre un gesto di dignità personale”.
17,16. “La cultura viene vista come un lusso che si può tagliare.”
17,14. “Lei ha dimostrato di non essere all’altezza del suo ruolo”.
17,12. Zazzera finisce di parlare, Barbato tira fuori un cartello, Fini richiama ancora. Ora parla Granata.
17,10. “Uno come lei può fare il giullare di corte”. Fini richiama ancora Zazzera.
17,08. “Lei meriterebbe, metaforicamente, un calcio del sedere”
17,06. L’intervento di Zazzera è praticamente una lettura di atti processuali riguardo i rapporti tra il direttore generale del ministero e i suoi rapporti con una società coinvolta in un’inchiesta.
17,04. Zazzera si mette a leggere delle intercettazioni, dice “cazzo” e Fini si arrabbia molto. Zazzera continua a ridersela molto.
17,02. Parla Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori. Se la ride e dice a Bondi: “Lei è il peggiore ministro della storia d’Italia”.
17,01. Romano ha esaurito il suo tempo ma continua a parlare, Fini lo richiama.
16,56. Romano va per la sua strada: “un’ascia di guerra in mano alle opposizioni”, una mozione “rivendicazionista”. Poi parla del legittimo impedimento e del caso Ruby, che non si capisce che c’entrano.
16,51. Tabacci e il terzo polo votano la sfiducia. Parla Saverio Romano, del nuovo gruppo “Iniziativa responsabile”.
16,48. Intanto pare che il Polo della Nazione abbia già cambiato nome. Ora loro si chiamano Nuovo Polo.
16,47. Parla Tabacci. “Non è in discussione la sua dignità di persona, è in discussione il suo ruolo politico”.
16,45. Zeller annuncia l’astensione della SVP e si felicita delle aperture e delle disponibilità mostrate da Bondi. Ora parla La Malfa, del gruppo misto, che vota la sfiducia.
16,44. Dichiarazioni di voto. Comincia Zeller, della SVP (e si parla subito del contestatissimo Monumento della Vittoria).
16,42. “Lo ammetto: non sono riuscito a ottenere il reintegro del FUS che avevo promesso”
16,40. Bondi dice che c’è uno squilibrio evidente nella ripartizione dei soldi del Fondo Unico per lo Spettacolo e che il suo intervento ha sanato la situazione. “Non ho massacrato l’opera lirica”.
16,37. “Abbiate pudore! Voi siete quelli che volevano sventrare il Pincio! L’avessimo proposto noi ci avreste trattati come i lanzichenecchi”
16,35. “A Pompei le giacenze di casse sono state di cinquanta milioni di euro l’anno: solo gli introiti dei biglietti ammontano a 20 milioni di euro. Vi rendete conto di cosa si potrebbe fare con delle amministrazioni efficienti?”
16,34. “È vero che l’Italia spende meno degli altri paesi europei, e questo è uno scandalo. È colpa mia se negli ultimi decenni abbiamo investito poco? Non credo. È una responsabilità delle classi dirigenti di questo paese”. Colpa di tutti, colpa di nessuno.
16,33. “Nel 2007 la finanziaria ha stabilito che gli introiti dei musei non fossero più incassati dalle strutture ma dal Tesoro, per poi essere redistribuiti ma in misura non superiore al 50 per cento. Dove erano gli uomini di cultura?”
16,31. “Il problema delle risorse non è il problema principale. Mi accusate di non essermi opposto al taglio dei fondi. Sapete chi ha dato il colpo mortale al finanziamento della cultura? Siete stati voi della sinistra. Forse non lo sapete, sono sicuro che molti di voi non lo sanno”.
16,29. “Ho raggiunto un accordo con il sindaco di Firenze, ho raggiunto un accordo per il restauro del Colosseo, ho raggiunto un accordo per realizzare la Grande Brera a Milano, dopo trentacinque anni”
16,27. “Veltroni, Rutelli, Melandri vengono considerati dei numi tutelari della cultura? Io francamente non mi sono accorto dei loro risultati, a parte i finanziamenti con i soldi pubblici a registi adulati e poco apprezzati dal pubblico”
16,26. La sinistra descrive le cose “come se prima tutto andasse bene, come se tutto fosse perfetto”.
16,24. Ora il ministro rivendica di essere “un vero uomo di cultura”, che non ha ostacolato i lavori per le metropolitane a Roma e a Napoli.
16,22. Bondi cita – piuttosto a sproposito – il noto articolo di Alessandro Baricco sulla necessità di concentrare gli investimenti culturali su scuola e televisione.
16,21. Bondi sostiene che se la sua colpa è non essersi battuto abbastanza contro i tagli di Tremonti, i suoi oppositori possono pure avere ragione, ma fatto sta che si tratta di una sfiducia presentata nei suoi confronti per responsabilità di altri.
16,19. “Io non ho ancora capito perché chiedete le mie dimissioni”
16,18. “State facendo passare il principio per cui questo luogo, il luogo del confronto, è diventato il luogo dei ricatti”.
16,17. Bondi rinfaccia a Franceschini e Di Pietro due loro infelici commenti: per il primo la sfiducia a Bondi era “una mina sul percorso del governo”, per il secondo era giustificata dal fatto che Bondi è “il portavoce di Arcore”. Quindi Bondi dice che “per voi la cultura non ha nessuna importanza”.
16,16. “Siete davvero interessati a discutere della cultura o le vostre intenzioni sono altre?”
16,14. Si comincia. “Ho chiesto io di rispondere a nome del governo”, dice Bondi a chi lamentava l’assenza del premier in aula.
16,05. Si inizierà tra poco il dibattito sulla mozione di sfiducia proprio con l’intervento del ministro Bondi. È possibile che vada all’attacco, visto che sembra certo che non rischia di essere sfiduciato. Intanto l’aula sta ricordando Enrico Micheli, già deputato e sottosegretario e ministro, morto lo scorso 21 gennaio.