Il rimpasto di governo in Israele
I laburisti lasciano il governo Netanyahu e criticano il loro ex segretario Barak
Lunedì scorso il ministro della difesa israeliano, Ehud Barak, ha lasciato il partito laburista, di cui era segretario. Barak è stato il militare più decorato della storia di Israele, nonché un politico laburista di grande rilevanza: è stato ministro degli esteri nel governo di Shimon Peres, negli anni Novanta, e poi leader dei laburisti e primo ministro israeliano dal 1999 al 2001. Dal 2007 era tornato alla guida del partito laburista ed era stato scelto dall’allora primo ministro Olmert come ministro della difesa. Barak è rimasto al ministero della difesa anche dopo le elezioni politiche del 2009, vinte da Netanyahu, portando il partito laburista a ottenere un bruciante ridimensionamento numerico e ciononostante ad andare al governo stringendo un’alleanza inconsueta con il partito conservatore di Netanyahu, il Likud, e gli ultraortodossi guidati da Avigdor Lieberman.
Le dimissioni di Barak sono arrivate quindi al termine di una fase di grande malessere e dibattito dentro al partito laburista: buona parte del suo elettorato e dei suoi dirigenti si sono convinti nel tempo che le decisioni di Barak non hanno giovato al partito, restringendo il suo campo d’azione, soffocando i suoi storici tratti identitari e rendendolo subalterno a partiti una volta molto più piccoli e meno influenti. Dall’altro lato, lo stesso Barak non si è più trovato a suo agio come in precedenza, e da qui la sua decisione di lasciare il partito di cui era segretario e fondare, insieme ad altri quattro parlamentari, una nuova formazione, chiamata Atzmaut – Indipendenza, in ebraico – e “sarà centrista, sionista e democratica”. Una decisione che per il partito laburista rappresenta la possibilità di uscire dalla crisi di questi mesi ma intanto gli complica le cose alla Knesset, il parlamento israeliano, dove potrà contare su appena otto deputati.
Una sessione plenaria della Knesset, ieri, ha sancito quindi i nuovi equilibri all’interno della politica israeliana. Il partito laburista ha annunciato il ritiro della sua intera delegazione al governo di Netanyahu, che era composta – Barak escluso – da quattro ministri. Il partito appena fondato da Barak, invece, è entrato nella coalizione di governo, che numericamente è in grado di restare maggioranza anche dopo l’uscita dei laburisti. Che non hanno usato la mano leggera nei confronti del loro ex segretario e, prendendo la parola in aula, lo hanno molto criticato.
“Ve lo diamo volentieri Ehud Barak, come fosse un regalo”, ha detto il deputato Eitan Cabel, scelto come nuovo capogruppo. “Da due anni aspettavamo questo momento, il momento in cui poter prendere la parola e dire la verità sul partito laburista. La più grande tragedia del partito laburista non è stata perdere la bussola nel processo diplomatico bensì perdere la strada sui temi sociali e sui diritti civili: trasformarci da partito socialdemocratico da partito il cui leader vive nelle Akirov Towers [grattacieli di Tel Aviv con appartamenti extralusso, ndr]“
Tutti e quattro i deputati che hanno lasciato il Labor troveranno posto nella nuova coalizione di governo. Barak resta il ministro della Difesa. Il deputato Shalom Simhon era ministro dell’Agricoltura: diventerà ministro delle Infrastrutture, mentre il deputato Noked prenderà il suo vecchio incarico. Il deputato Vilnai sarà ministro delle Minoranze mentre per il momento sarà lo stesso primo ministro Netanyahu ad assumere l’interim del ministero del Welfare, rimasto momentaneamente scoperto.
foto: Uriel Sinai/Getty images