«C’è ancora molto da fare»
Il mondo analizza le poche parole di Hu Jintao sui diritti umani nella sua visita americana, e si chiede se siano un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto
La storica visita dell’alleato-avversario cinese a Washington sta trattenendo l’attenzione degli osservatori della politica internazionale. Il presidente Hu Jintao è negli Stati Uniti da martedì fino a domani e ieri nella sua prima vera giornata di visita è stato festeggiato con una fastosa cena alla Casa Bianca. Il quadro delle tensioni tra i due paesi è stato raccontato sul Post da Simone Comi, ma in questa visita è evidente un grande investimento da entrambe le parti sul dare un’impressione di grande cortesia e rispetto reciproci. Nelle ultime ore i commenti e le attenzioni si sono spostate – cena a parte – su alcune parole di Hu durante la conferenza stampa congiunta dei due capi di stato.
«C’è ancora molto da fare»
La risposta a una domanda sui diritti umani in Cina costituisce senz’altro una concessione notevole per l’abituale linguaggio attento e ponderato della leadership cinese, che di solito accusa ogni critica su questo fronte di essere un’ingerenza negli affari interni del paese. A una domanda precedente sullo stesso tema Hu non aveva risposto, spiegando poi che non aveva sentito la traduzione. Ma dallo staff di Obama hanno fatto sapere che i temi dei diritti umani – citati da Obama nel suo discorso pubblico – sono stati messi più intensamente nella conversazione privata tra Obama e Hu (dedicata nella sua gran parte ai temi economici e del lavoro) e che il presidente americano avrebbe anche sollevato la questione della detenzione del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo. E nella conferenza stampa Obama aveva detto di auspicare un dialogo della Cina con il Dalai Lama e il rispetto dei diritti religiosi del popolo tibetano. Hu ha parlato genericamente di “enormi progressi” su questi temi ma senza specificare quali siano stati. In Cina regna una censura molto ampia sulla libertà d’opinione, sui mezzi di comunicazione e su internet, si registrano condanne anche capitali senza equi processi, detenzioni di dissidenti politici e rigide limitazioni del pensiero di opposizione al regime.
Le parole di Hu sui diritti umani sono state accolte come una concessione inedita da molta stampa mondiale, ma anche con grande scetticismo da parte degli esperti delle cose cinesi e dei rappresentanti delle organizzazioni umanitarie e democratiche internazionali.