Dieci cene di stato memorabili
La volta che Bush vomitò e svenne, la volta che la principessa Diana ballò con John Travolta...
Nel ricco campionario di riti e protocolli di cui è fatta la politica estera, meritano un capitolo a sé le formalità a cui sono vincolate le occasioni di incontro tra capi di stato o di governo di paesi diversi. L’organizzazione di una visita di stato, infatti, è un labirinto di protocolli e cerimoniali in cui niente succede per caso: chi saluta prima chi, chi cammina un passo avanti a chi, chi saluta i militari, chi si siede dove, chi sta a destra e chi sta a sinistra, eccetera. Di questo risentono non solo i vertici e gli incontri a tema politico, ma anche le occasioni più conviviali: le cene di stato, per dire, si svolgono secondo cerimoniali rigidi e affascinanti, ed esiste quindi tutto un repertorio storico di protocolli non rispettati e circostanze impreviste.
«Questo è ciò che può fare il troppo amore»
Iniziamo da una storia che ci è vicina e familiare. Nel 2008 la Casa Bianca ospita una cena di stato in onore di Silvio Berlusconi, che è anche l’occasione per il presidente del Consiglio di salutare il presidente Bush, ormai alla fine del suo secondo mandato presidenziale. Berlusconi si avvicina al leggìo per un discorso, poi decide di andare a salutare il presidente Bush tira via con sé il filo del microfono e con quello un pezzo del leggìo, che cade e si rompe. Bush, che è un altro professionista della goffaggine, si alza, lo aiuta e poi lo abbraccia, solidale. «Questo è ciò che può fare il troppo amore», si giustificherà il PresDelCons. C’è il video.
foto: NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images