Le balle dell’onorevole Bernini
Sta nella Giunta per le Autorizzazioni che deve decidere su Berlusconi, ma o non ha capito l'accusa o mente
Ieri sera a Ballarò era ospite l’onorevole Anna Maria Bernini del PdL, membro della Giunta per le Autorizzazioni della Camera che dovrà decidere se avallare le richieste della procura di Milano che indaga su Silvio Berlusconi. Nel corso del suo intervento Bernini ha sostenuto che la procura di Milano abbia disposto delle intercettazioni senza che esistesse un’ipotesi di reato – ricevendo applausi dallo studio per questo – e che l’indagine fosse in corso da prima che il caso Ruby cominciasse.
Bernini: Ricordiamoci prima di tutto che queste intercettazioni sono state acquisite da persone che hanno circolato intorno alla residenza privata del Presidente del Consiglio senza che esistesse un’ipotesi di reato. Mi perdoni dottor Floris, io non la posso intercettare perché ritengo che lei dirà qualcosa di interessante. Io giudice predispongo un’intercettazione nel momento in cui ritengo che lei stia commettendo un reato. (applausi) Questo è all’essenza dell’intercettazione
Floris: L’ipotesi di reato è che il reato si fosse già consumato, c’è la concussione…
Bernini: La concussione se non ricordo male stiamo parlando di maggio 2010, queste intercettazioni sono cominciate un anno fa, quindi ben prima del maggio 2010. Non vorrei fare la ragioneria delle date, però visto che lei mi parla di un reato che non si era ancora celebrato sono costretta a mettere dei paletti temporali.
Ma i paletti temporali dell’onorevole Bernini sono completamente sballati e i casi sono due: o l’onorevole Bernini non sa distinguere tra l’intercettazione di una telefonata (e quelle contenute nelle carte dell’inchiesta sono tutte successive al maggio 2010 e all’ipotesi di reato) e la localizzazione di un telefono (che può avvenire successivamente attraverso i tabulati anche riguardo a tempi precedenti). Però Bernini è avvocato: appare un po’ strano che faccia tanta confusione. Oppure ha provato a esporre confusamente una cosa falsa in malafede contando che nessuno dei presenti – salvo un accenno di Floris – fosse in grado di contestarla dati alla mano. Che nella carte dell’inchiesta ci siano “intercettazioni cominciate un anno fa, quindi ben prima del maggio 2010” è una menzogna, riferita da chi ora dovrà giudicare “equamente” su quell’inchiesta.
Ma non c’era bisogno dei dati e delle carte per smentire Bernini: la sua ipotesi che i giudici di Milano avessero disposto delle intercettazioni in assenza di un’ipotesi di reato è completamente implausibile e delirante, semplicemente perché questo è formalmente impossibile. E dire agli italiani – che evidentemente lo immaginano vero, e applaudono – che i magistrati fanno quello che gli pare disponendo intercettazioni a piacimento per poi vedere se esce un reato – è totalmente irresponsabile.