La Svizzera congela i conti di Ben Ali
La giustizia tunisina annuncia indagini sulle proprietà e i conti dell'ex presidente Ben Ali
Il governo svizzero ha ordinato il congelamento di tutti i conti correnti facenti riferimento all’ex presidente della Tunisia, Zine El Abidine Ben Ali. La decisione è stata comunicata dal ministro degli esteri svizzero, Micheline Calmy-Rey, poche ore dopo l’annuncio dal sistema giudiziario tunisino di aprire un’inchiesta sulle proprietà di Ben Ali e della sua famiglia. “La Svizzera non vuole che il suo centro finanziario sia usato per nascondere illegalmente denaro sottratto illegalmente alle popolazioni di uno stato”, ha detto il ministro.
La mossa ha un doppio scopo: permetterà di prevenire il ritiro del denaro o la chiusura dei conti da parte della famiglia Ben Ali e consentirà quindi alle autorità tunisine di accertare la presenza di denaro e risorse trasferite in modo illecito.
Intanto oggi a Tunisi le manifestazioni hanno coinvolto gli ex sostenitori di Ben Ali, riuniti in piazza per rispondere alle numerose manifestazioni dell’opposizione. Nel frattempo, le Nazioni Unite hanno affermato di stare pianificando l’invio di un gruppo di funzionari esperti di diritti umani per consigliare il nuovo governo e indagare sulle violenze delle ultime settimane.
La situazione politica rimane però in stallo. Il principale partito di opposizione ieri ha ritirato la sua delegazione dal neonato partito di unità nazionale, chiedendo ufficialmente lo scioglimento del partito di Ben Ali. Il primo ministro Ghannouchi ha detto che l’inclusione nel nuovo governo di molti esponenti del vecchio esecutivo serviva a dare continuità alle istituzioni del paese, per evitare che potessero essere incerte in un momento così complicato. Ghannouchi ha invitato i quaranta membri del governo a partecipare a un incontro chiarificatore e soprattutto ha dato le proprie dimissioni, insieme al presidente della Camera Fouad Mebazaa, da tutti gli incarichi del loro partito, che poi era quello di Ben Ali.
“La cosa importante da ricordare di queste proteste è che arrivano mentre il primo ministro Ghannouchi parla di una nuova era che si è aperta per questo paese”, ha detto il corrispondente di Al Jazeera, “un’era di libertà di espressione e democrazia: poi però le persone vanno in giro per strada e non vedono niente del genere”.
foto: MARTIN BUREAU/AFP/Getty Images