I cattolici e Berlusconi
Riassunto delle posizioni espresse in questi giorni
L’ASCA è un’agenzia di stampa la cui sigla sta per Agenzia di Stampa Cattolica Associata. Oggi ha diffuso un articolo che fa da riassunto e punto della situazione sulle posizioni e sulle insofferenze di illustri opinionisti e giornalisti e teologi di religione cattolica riguardo alle vicende che stanno coinvolgendo il presidente del Consiglio.
(ASCA) – Citta’ del Vaticano, 19 gen – Aumentano i segnali di scetticismo e di insofferenza nel mondo cattolico nei confronti del caso Ruby e dei nuovi scandali del premier Silvio Berlusconi. Se oggi l’Osservatore Romano non fa parola della vicenda, nell’edizione odierna trova spazio la sintesi dell’omelia del presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, tenuta questa mattina a Genova in occasione della festa di San Sebastiano: ”La fede deve essere testimoniata, annunciata. I laici possono annunciare la fede, dare testimonianza della fede attraverso la coerenza della vita, cioe’ la coerenza con il Vangelo, con la parola di Cristo e della sua Chiesa, che e’ il sentiero della vita vera, della felicita’, della pace del cuore”.
Dopo la presa di posizione ieri di Avvenire, la Radio Vaticana ha affidato un editoriale sulla vicenda al professor Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia Politica presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze) fondato da Chiara Lubich dei Focolari, che si e’ richiamato direttamente all’appello di papa Benedetto XVI per una ”nuova generazione di politici cattolici”: ”Gente onesta, pulita, gente perbene che usa gli stessi principi sia quando parla con i figli sia quando parla in Parlamento”, spiega Baggio, ed e’ per questo ”cercare di sdoppiare la vita delle persone e’ molto pericoloso. Teniamo anche presente che l’indignazione che c’e’ nei confronti, diciamo cosi’, della situazione politica attuale dipende proprio dal fatto che un modo di vivere privato e un modo di gestire le cose che apparteneva certamente alle abitudini aziendali, si e’ cercato di portare nell’ambito pubblico”. ”Si chiede agli operai Fiat di fare sacrifici con uno stipendio di 950 euro al mese – aggiunge -, quando ragazzine escono dai Palazzi del potere avendo in tasca sei mesi dello stipendio di questi operai. Non credo che sia questo il modo con cui risolvere il problema drammatico della disoccupazione giovanile”.