Il PD rimette in circolo Zingaretti?
Marco Damilano scrive del presidente della provincia di Roma, sempre lì lì...
Ormai da almeno tre anni ogni ipotesi di rinnovamento del Partito Democratico si è accompagnata alla rimessa in circolo del nome di Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, non ancora vecchio abbastanza da poter essere contato come “giovane” e solidamente dentro al partito da non far temere ribellismi, oltre che titolare di un ampio consenso elettorale. Con l’amministrazione di Roma in difficoltà, ma anche con le elezioni legislative anticipate in discussione e la leadership del PD non esattamente lanciata, se ne torna a parlare, scrive Marco Damilano sul sito dell’Espresso.
Per tanti è ancora inchiodato all’immagine di fratello dell’attore Luca, il commissario Montalbano, il che – oddio – non guasta certo in termini di popolarità, ma lui preferisce riferimenti meno scontati e più esotici. “Il centrosinistra deve superare la sindrome della liana di Tarzan”, teorizza: “Tarzan riesce a volare di albero in albero perché ogni volta guarda già alla liana successiva da afferrare. Invece il mio partito, il Pd, non vedendo più la liana cui aggrapparsi, resta nella migliore delle ipotesi a contemplare la liana cui è appeso da molti anni. E intanto la destra si è impadronita della jungla”. Immaginarlo in costume leopardato sarebbe in effetti arduo, ma Nicola Zingaretti, 45 anni, dal 2008 presidente della Provincia di Roma si prepara a rompere gli indugi.
Il 15 gennaio, udienza dal papa con le altre istituzioni romane. Il 20 ospiterà a palazzo Valentini, sede della provincia di Roma che affaccia su piazza Venezia, un dibattito sull’austerità di Enrico Berlinguer con un ospite d’eccezione della sponda opposta, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E per la fine del mese ha convocato in una cena all’Eur imprenditori, intellettuali, docenti universitari, più il centrosinistra, un bel pezzo della capitale che guarda a lui come il nome giusto per riconquistare il Campidoglio quando verrà il momento e di strapparlo alla malagestione di Gianni Alemanno, impaludato in questi giorni nelle trattative per il rimpasto della giunta, travolta dagli scandali e dall’inefficienza.
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