Duvalier è tornato ad Haiti
L'ex dittatore è tornato ieri dopo 14 anni, mentre l'isola è ancora senza un governo stabile
L’ex dittatore haitiano Jean-Claude Duvalier è tornato ieri nel suo paese di nascita, a venticinque anni dalla rivolta popolare che lo costrinse a lasciare il potere e ritirarsi in esilio: una mossa che l’Associated Press definisce “sorprendente” e “imbarazzante” visto il clima di grande incertezza politica che vive in questi giorni Haiti, ancora in difficoltà per i danni provocati dal terremoto e di fatto senza un presidente in carica, visto che si attende di votare a febbraio il ballottaggio per le presidenziali.
Duvalier è arrivato dalla Francia, dove vive, con un volo Air France, non ha fatto dichiarazioni e ha detto, tramite alcuni collaboratori, che dirà le cose che ha da dire oggi durante una conferenza stampa. Più tardi una piccola folla di sostenitori si è radunata sotto il suo albergo: lui si è affacciato dalla finestra, ha salutato le persone e si è limitato a dire “domani, domani” in riferimento alla conferenza stampa. La sua compagna ha parlato con i giornalisti e ha detto che Duvalier rimarrà in Haiti per tre giorni. Nell’estate del 2007 il presidente haitiano uscente, Rene Preval, aveva detto che Duvalier poteva tornare ad Haiti ma una volta nel paese avrebbe affrontato la giustizia, rendendo conto della morte di migliaia di persone e del furto di milioni di dollari.
Duvalier è stato protagonista di uno dei capitoli più tristi e oscuri della storia di Haiti. Suo padre, Francois Duvalier, fu dittatore di Haiti dal 1957 fino alla sua morte, nel 1971. I suoi anni al potere sono ricordati per l’uso della violenza da parte della polizia segreta, per la tortura degli oppositori politici nei campi di prigionia e per un culto della personalità con pochi precedenti: il governo di Haiti faceva circolare volantini con l’immagine di Cristo che posava una mano sulla spalla di Duvalier, e la scritta “io l’ho scelto”. A lui successe proprio Jean-Claude Duvalier, suo figlio, all’epoca diciannovenne. Che fece qualche timida riforma ma sostanzialmente continuò a governare con lo stesso pugno del padre, finché nel 1986 una rivolta popolare non lo costrinse alla fuga e all’esilio.
Nel 2004 Jean-Claude Duvalier aveva detto di avere intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali, ma poi non diede seguito alla sua affermazione. Nel paese può contare ancora su un qualche numero di sostenitori, che negli anni scorsi si sono fatti promotori di un’associazione per promuovere la sua immagine e magari, in futuro, agevolare il suo ritorno in patria e la sua candidatura alle presidenziali. Uno di questi sostenitori ha detto ad Associated Press che “lo vogliamo presidente perché non ci fidiamo di nessun altro: ha fatto delle cose brutte ma da quando se n’è andato non abbiamo stabilità”.
foto: Mario Tama/Getty Images