Il virus informatico che ha sabotato il nucleare iraniano
Un lungo articolo sul New York Times racconta la storia di Stuxnet, il worm messo a punto da Israele e Stati Uniti
Secondo il New York Times, Israele avrebbe testato un virus informatico – un worm, per essere precisi – che avrebbe effettivamente sabotato la centrifughe delle centrali nucleari iraniane, rallentando così la sua strada verso lo sviluppo della bomba atomica.
La notizia era già trapelata, qualche mese fa: nel corso di un attacco informatico il virus Stuxnet avrebbe infettato circa 30mila computer in Iran, bloccando parte delle operazioni nella centrale di Bushehr e costringendo le autorità a rinviare l’avvio dell’impianto. L’articolo è molto lungo è stato pubblicato ieri e approfondisce molto la questione. In sostanza, il quotidiano statunitense sostiene che uno sforzo congiunto da parte degli Stati Uniti e di Israele abbia portato al test di questo worm, Stuxnet, al quale le due intelligence stavano lavorando da anni, e soprattutto che questo test abbia avuto grandi e incisivi risultati.
Il virus in questione sarebbe, secondo il New York Times, la più sofisticata arma informata mai creata, nonché il più importante strumento in mano a Israele e Stati Uniti per ostacolare lo sviluppo nucleare iraniano. Nei mesi scorsi il presidente Ahmadinejad aveva ammesso di aver subito un attacco informatico ma aveva sostenuto che i problemi erano stati superati, ribadendo nuovamente che non è intenzione del regime costruire una bomba atomica. Meir Dagan, capo del Mossad prossimo alla pensione, ha dichiarato recentemente che il programma nucleare iraniano attraversa una fase di difficoltà e che il regime non sarà in grado di costruire una bomba atomica prima del 2015. Il segretario di stato americano, Hillary Clinton, non ha smentito le parole di Dagan, ma nessuno dei due ha fatto riferimento al ruolo del virus Stuxnet.