La storia del falso attentato a Fini era una balla?

Secondo Repubblica la procura ha identificato la fonte di Belpietro e presto arriverebbe l'archiviazione

Il 27 dicembre Maurizio Belpietro scriveva su Libero di alcune “strane storie” su Gianfranco Fini che erano arrivate alle sue orecchie. Una di queste era ambientata ad Andria, in Puglia. Secondo il direttore di Libero “qualcuno avrebbe progettato un brutto scherzo contro il presidente della Camera” e si sarebbe rivolto a un criminale promettendogli 200 mila euro in cambio del “ferimento di Fini”: l’autore dell’agguato avrebbe la garanzia del silenzio sui mandanti e “l’impegno di attribuire l’organizzazione dell’agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio”. Come probabilmente ricorderete, seguirono giorni di polemiche e accuse: Fini ha querelato Maurizio Belpietro, mentre i finiani gli davano dell’esperto in falsi attentati; il direttore di Libero diceva di aver fatto il suo dovere di giornalista e che era compito dei magistrati investigare sulla veridicità delle minacce.

La procura di Bari aveva aperto immediatamente un’inchiesta conoscitiva. Che oggi, stando a quanto scrive Repubblica, sarebbe sul punto di essere archiviata.