Era meglio capire
Giuseppe Berta sul Sole 24 Ore scrive della pericolosa approssimazione che ha circondato la discussione pubblica su Mirafiori
Sul Sole 24 Ore di oggi Giuseppe Berta sostiene che il precipitoso allargamento della discussione pubblica sul referendum di Mirafiori e sull’accordo Fiat non abbia fatto bene allo stesso svolgimento del referendum.
Protagonisti per una settimana della scena mediatica, i lavoratori di Mirafiori hanno reagito alla mobilitazione dell’opinione pubblica nei loro confronti con una partecipazione altissima al referendum sull’accordo del 23 dicembre.
Da oggi in poi, quando i risultati definitivi potranno essere vagliati nella loro completezza, si potrà commentare e stabilire se l’attenzione dei media abbia giocato in un senso o nell’altro. Certo, l’insistenza con cui si è seguito il clima interno alla fabbrica, attraverso un presidio ininterrotto di televisioni e giornali ai cancelli, deve aver influito sulla decisione di recarsi ai 10 seggi in cui è stato distribuito il voto di Mirafiori. L’appuntamento ha finito così col diventare uno di quelli che non si devono mancare, perché i mezzi di comunicazione l’hanno chiamato “storico” in largo anticipo sul suo esito (e le cui conseguenze non potranno essere immediatamente calcolate).
Ha fatto bene o no a Mirafiori e alle prospettive del lavoro industriale in Italia la tempesta mediatica di questi giorni? Se stiamo alla comprensione dell’accordo e dei suoi contenuti effettivi, la risposta non può che essere negativa. La furia con cui per quasi una settimana ci si è gettati su un testo sindacale che, diciamo la verità, è una lettura ostica per i non addetti ai lavori, non ha favorito per nulla un giudizio equilibrato. Chi ha davvero provato a misurarsi con i 14 punti e le 36 cartelle di cui consta il prodotto finale di un negoziato tormentato, interrotto e poi ripreso, fino alla convalida affidata al voto di ieri e dell’altro ieri? Pochi, pochissimi hanno tentato di farlo; i più, tra quanti vi si sono accostati senza appartenere al mondo sindacale, gli avranno al massimo dato uno scorsa, senza soffermarsi sulle sue clausole e tanto meno sui suoi impegnativi allegati, riguardanti la nuova organizzazione del lavoro, i sistemi dei turni e delle pause. Se l’avessero letto con la cura necessaria, forse avrebbero capito che il suo significato non può essere racchiuso in una formula apodittica e perentoria.
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