Cosa sta succedendo a Porto Torres
Martedì scorso una nave cisterna ha perso decine di migliaia di litri di petrolio in mare
Martedì scorso una nave cisterna chiamata Esmeralda stava scaricando del carburante nei depositi della E.ON. di Porto Torres, in Sardegna. La E.ON. è una grossa società tedesca, il maggior investitore al mondo nel campo energetico. Lo scalo industriale di Porto Torres si trova a poca distanza da Platamona: sito giudicato di rilevanza comunitaria e sede di un’oasi lagunare del WWF. Durante le operazioni di scarico la nave ha perso parte del carburante, che si è riversato in mare.
Inizialmente le autorità hanno fatto circolare messaggi rassicuranti, minimizzando le valutazioni sull’impatto e sulla quantità della perdita e parlando al massimo di diecimila di litri di olio versati in acqua. L’intervento del nucleo anti-inquinamento ha mostrato una realtà ben più grave: i litri di olio versati in acqua sarebbero diverse decine di migliaia e non sono dieci, si stanno diffondendo rapidamente su tutta la costa e hanno già raggiunto una discesa a mare di Platamona. Secondo l’azienda la perdita si deve a un “imprevedibile guasto meccanico nella linea di drenaggio del collettore manichette posizionato all’interno della banchina”. La stampa locale ha parlato della presenza di un foro nelle tubature che portano il petrolio dalla nave fino al deposito.
La rimozione del petrolio è ancora in corso. Si sta cercando di fare in gretta, visto che le correnti stanno trascinando gli olii: per il momento la macchia si dirige verso est, verso la costa nord del golfo dell’Asinara. Cento persone stanno lavorando alla rimozione del carburante, con autobotti e autocisterne. L’incidente è avvenuto in una zona che secondo i piani dell’ENI dovrebbe diventare presto il più grande deposito costiero di idrocarburi del Mediterraneo.
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