Una nuova Pechino
Piuttosto che tentare di risolvere gli enormi problemi della capitale, i cinesi stanno pensando di farsene una nuova e migliore
di Simone Incontro
Il governo locale dello Hebei, la provincia che si trova a nord del Fiume Giallo (Huang Hé) e che si sviluppa intorno alla capitale e alla municipalità di Tianjin, sta pianificando di costruire in meno di dieci anni una nuova Pechino. Quella che viene spesso considerata un’estensione di queste due importanti municipalità autonome può diventare the next big thing della nuova Cina. Gli amministratori locali sembrano crederci davvero, come riportano sia il China Weekly che il China Economic Weekly.
Questa volta quindi non si parla, come avevamo già scritto, di spostare la capitale da Pechino, bensì di creare tredici contee che formino una sorta di “area economica speciale” che punti sull’industria hi-tech. Secondo il progetto, la nuova megalopoli sarebbe collegata a Pechino con una nuova rete di strade, sopraelevate e linee di metropolitana e, dal punto di vista energetico, sarebbe completamente autonoma.
L’obiettivo principale del governo locale è quadruplicare entro il 2015 il suo prodotto interno lordo. Il programma intende anche alleviare i mali di cui da tempo Pechino soffre. La capitale cinese, che ha raggiunto i 20 milioni di abitanti nel luglio dello scorso anno, sembra un gigante paralizzato. Il “Rapporto sul trasferimento della capitale della Cina”, scritto dal funzionario di stato Qin Fazhang e dal professore di economia del Politecnico di Pechino Hu Xingdou, ne evidenziava i problemi principali: «Il governo vi ha investito troppo denaro — scrivono — Il costo della vita ormai è improponibile. La metropoli vive in un perenne stato di bisogno per l’acqua, risorsa scarsissima». E poi, insistono, «il deserto incombe, le strade si fanno sempre più polverose». Per non parlare della «fragilità ecologica di una città inquinata, sovrappopolata e assediata dal traffico».
Pechino soffre in maniera cronica di problemi legati all’inquinamento dovuti sia alla presenza di molte centrali che si nutrono di carbone e del traffico automobilistico record, che caratterizza ogni giorno le sue strade. Il vicesindaco di Pechino, Huang Wei, responsabile della supervisione del traffico, è stato costretto a rassegnare le proprie dimissioni a dicembre, perché come riporta il Guardian, le sue misure contro nuove immatricolazioni hanno scatenato una corsa dei pechinesi ai concessionari e hanno fatto vendere in una sola settimana più di 30 mila automobili, una cifra superiore due volte alla media.
Entro febbraio, infine, Pechino dovrebbe raggiungere quota cinque milioni di vetture. Secondo il China Weekly, il progetto della autorità locali dello Hebei potrebbe andare a buon fine soltanto se il governo centrale l’approverà. Già prima del nuovo anno cinese, che arriverà il 4 febbraio, si attendono risposte. Lo Hebei nel 2009 intanto ha registrato una crescita del suo Pil del 10,1 per cento, il sesto tra le province della Repubblica Popolare, e sta già ampliando le tre nuove città – Jingbei, Jingnan e Jingdong – che si trovano vicino a Pechino. Per le autorità della provincia dello Hebei è solo questione di tempo: nascerà presto una nuova Pechino.
foto: FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images