L’avvocato d’ufficio di Jared Loughner
Si chiama Judy Clarke e in passato ha fatto evitare la condanna a morte di altri notevoli imputati
L’avvocato che difenderà Jared Loughner, l’autore della strage di Tucson, si chiama Judy Clarke ed è un avvocato d’ufficio molto noto negli Stati Uniti per la sua esperienza con casi di questo genere: imputati implicati in sanguinosi reati la cui colpevolezza è praticamente certa e la condanna a morte è molto probabile. Già in passato Judy Clarke è riuscita a evitare l’esecuzione di alcuni suoi clienti, ottenendone la condanna all’ergastolo: tra questi Theodore J. Kaczynski, il cosiddetto Unabomber dal quale poi prese il nome il suo alterego italiano; Eric Robert Rudolph, l’autore dell’attentato che uccise due persone e ne ferì 111 durante le Olimpiadi del 1996 ad Atlanta, e Susan Smith, la donna che in South Carolina uccise i suoi due figli nel 1994.
La storia di Judy Clarke è raccontata dal New York Times, che spiega come nel corso della sua trentennale carriera la donna sia diventata l’avvocato d’ufficio più noto del paese. Clarke è solita prendere in mano casi impossibili e tentare di evitare ai propri clienti la condanna alla pena capitale, alla quale lei è contraria. Non ha alcuna presenza mediatica: non le piacciono le interviste né gli articoli sul suo conto. Non straparla, non esagera, toni bassi: a vederla tra i suoi colleghi, scrive il New York Times, sembra l’ultima arrivata, la novellina dello studio legale. “Chi ha lavorato con lei, invece, dice che è una maestra di strategia nei casi da pena di morte”.
Obama in Arizona
Il presidente degli Stati Uniti arriverà a Tucson domani, quando insieme a sua moglie Michelle parteciperà a una cerimonia organizzata dall’università dell’Arizona in ricordo delle vittime della sparatoria. Prima dell’evento Obama farà visita a Gabrielle Giffords e agli altri feriti ancora ricoverati in ospedale. Sulla stampa statunitense si sprecano i paragoni tra questo appuntamento e quello, non così dissimile, che Bill Clinton si trovò ad affrontare nel 1995 a pochi giorni dalla strage di Oklahoma.
Gabrielle Giffords
La deputata Giffords rimane in condizioni critiche ma i medici continuano a dirsi cautamente ottimisti. “Se non c’è nessuna novità vuol dire che va bene” hanno detto i medici, lasciando intendere che il fatto “ogni giorno che passa senza ulteriori deterioramenti ci rende più ottimisti”. “Chi riceve un colpo di pistola alla testa in genere muore. Lei sta pensando. Esegue dei comandi. Questo è notevole”, ha detto il dottor Rhee. Si tratta di un fatto incoraggiante che indica che almeno parte del suo cervello è ancora in grado di funzionare: ovviamente non si può ancora sapere se e quando Gabrielle Giffords sarà in grado di elaborare azioni più complicate.
Jared Loughner
L’autore della strage rimane in custodia, ieri ha iniziato a circolare la foto segnaletica che gli è stata scattata al momento dell’arresto. L’unica novità di rilievo sul suo conto in queste ore è arrivata dal Washington Post, che è andato a scavare nella sua storia elettorale alla ricerca di elementi che potessero confermare o smentire la tesi di una sua presunta affiliazione politica. La tesi è smentita, nuovamente. Loughner si era registrato alle liste elettorali dell’Arizona nel 2006 come indipendente. Alle elezioni di metà mandato non era nemmeno andato a votare.
Vivere a Tucson
Sempre il New York Times oggi approfondisce un po’ di più il contesto del luogo dov’è avvenuta la strage di sabato scorso. Il contesto politico, soprattutto, da sempre molto complicato. Il collegio di Gabrielle Giffords è un collegio da sempre conteso tra democratici e repubblicani, uno dei più “emotivamente e politicamente polarizzati del paese” (e d’altra parte la deputata democratica si era detta più volte preoccupata per la piega che stavano prendendo le cose e le minacce che riceveva). Un collegio che aveva scelto John McCain alle elezioni presidenziali del 2008 ma nel quale Giffords era riuscita a farsi rieleggere sia nel 2008 che nel 2010, nonostante la sua opposizione alla contestata legge statale sull’immigrazione e il suo sostegno alle più importanti proposte di Obama, il pacchetto di stimolo all’economia, la riforma sanitaria, persino la contestatissima proposta di legge sulle emissioni affondata dai democratici centristi al Senato.
foto: BILL ROBLES/AFP/Getty Images