Il monologo di Jon Stewart su Tucson
«È stato il clima politico velenoso a provocare tutto questo? Io non ne ho idea»
Nella puntata di lunedì del suo Daily Show, Jon Stewart, figura indefinibile del panorama televisivo-giornalistico-politico americano – ispiratore della “manifestazione per il buonsenso” dello scorso ottobre – si è dedicato al dibattito sul rapporto tra parole e violenza sviluppatosi dopo la strage di Tuccon, con parole ragionevoli che vale la pena ascoltare, o leggere.
Quindi siamo di nuovo qui, di nuovo sbalorditi davanti a una tragedia. È un demone che è venuto a farci visita altre volte, in passato. I nostri cuori sono per le persone che sono rimaste ferite o uccise, e per quelli che volevano loro bene. Come si fa a trovare un senso in una cosa così insensata? Sembra che questa sia la domanda che tutti si fanno, e io non so se c’è un modo per dare senso a una cosa del genere.
Guardo cosa succede tra gli opinionisti e gli editorialisti, vedo che molti soffrono, riflettono, provano a capirci qualcosa, in qualche modo. Ma è vero che molti altri, invece, stanno lavorando febbrilmente per trovare una o due mollichine che gli possano permettere di esonerare la propria parte politica o dare la colpa all’altra parte politica. Vedo tutto questo e lo trovo tanto prevedibile quanto scoraggiante.
È stato il clima politico velenoso a provocare tutto questo? Un’immagine qui, un commento inopportuno là, la retorica violenta, questo genere di cose?
Io non ne ho idea.
Viviamo in un complesso ecosistema di influenze e motivazioni, e non mi sentirei di dare la colpa al clima politico più di quanto la darei alla musica metal per la strage di Columbine. E badate, ve lo dice uno che odia profondamente il nostro clima politico: è velenoso, è controproducente. Ma dire che è stato il clima politico a provocare la strage o che la gente che crea il clima politico ne è responsabile, beh, io non penso che si possa fare.
Ragazzi, quanto sarebbe bello. Quanto sarebbe bello poter scrivere un bell’elenco delle cause di questo orrore. Cose tangibili, concrete. Così potremmo convincerci che basti eliminare quelle per mettere fine all’orrore. Per avere la sensazione, per quanto fugace, di poter prevenire eventi del genere. Per sempre. È dura fare a meno di pensarci.
Non possiamo essere più furbi dei pazzi. Non possiamo sapere in cosa si andrà a impigliare una mente malata. I matti sembrano sempre trovare un modo. Lo hanno sempre trovato. Questo non vuol dire certo che tentare di resistere è inutile. La cosa che ho appena detto effettivamente è abbastanza deprimente. Sto già cambiando idea. Siamo nelle mani dei matti! No, non è vero.
Penso davvero che sia importante tenere sotto controllo la nostra retorica. Penso che sia un obiettivo utile, quello di non confondere i nostri avversari politici con i nostri nemici, fosse anche solo per fare una distinzione netta tra il manifesto dei pazzi furiosi e quelle che consideriamo opinioni politiche legittime. Sarebbe davvero bello se le cose sconclusionate che dicono i matti non assomigliassero per niente al modo in cui effettivamente parliamo in tv. Facciamo sì che i matti siano almeno più facili da individuare!
Vedere colpite delle brave persone come queste è così brutto che mi rende davvero triste, ma mi rifiuto di arrendermi a questa sensazione di disperazione. C’è della luce, in questa situazione. Vi invito tutti a leggere chi siano le persone che sono state uccise o ferite in questa sparatoria. Sarete confortati da sapere quanta anonima bontà esiste davvero in questo mondo.
Leggerete di queste persone e vi renderete conto che non sapevate nemmeno che esistevano, che non le avete incontrate, e intanto stanno conducendo vite di gran dignità e di grande bontà. Sentirete anche parlare dei matti, ma quelli sono molti meno di quanti pensate. Sarete molto più impressionati dalla deputata Giffords e affascinati da quante cose c’erano nelle vite che sono finite prima del tempo.
Se ci può essere un qualche sollievo, in tutto questo, è anche per il fatto che per quante iperboli e per quanto veleno possa esserci nel nostro dibattito politico, quando la realtà si allinea alle parole, quando le azioni mettono in pratica quello che qualcuno dice, non abbiamo perso la nostra capacità di inorridire. Dio ci aiuti perché non accada mai. Speriamo di non intorpidirci mai davanti al vero orrore, al sangue dei nostri patrioti.
Speriamo che questo ci possa aiutare ad allineare un po’ più spesso la nostra retorica alla realtà. La realtà di quanto pericolosa può essere la retorica: penso che anche chi è solito esprimersi per iperboli a questo punto farà un passo indietro e dirà, beh, sapete, non è questo quello che intendevo, non è di questo che stavo parlando. C’è una cosa vera, una situazione reale, alla quale non possiamo far riferimento con le parole.
Perché qualcuno o qualcosa rovinerà ancora il nostro mondo. E non sarebbe una vergogna se non cogliessimo questa opportunità e la scomparsa di queste incredibili persone e il dolore che i loro cari stanno provando adesso, non sarebbe una vergogna se non ci prendessimo questo momento per assicurarci che il mondo che stiamo creando adesso, che sarà sicuramente distrutto di nuovo da una qualche follia, non sarebbe una vergogna se il mondo che stiamo iniziando a costruire adesso non sia un po’ migliore di quello che abbiamo perso?