L’uomo di Baker Street
Il 4 gennaio è morto Gerry Rafferty, autore di una celeberrima canzone degli anni Settanta
Il 4 gennaio è morto il cantante scozzese Gerry Rafferty. Aveva 63 anni, era malato da tempo ed era noto soprattutto per Baker Street, celeberrima canzone del 1978. Il suo ultimo album risaliva al 2000, ma un anno fa ne aveva annunciato uno nuovo. Luca Sofri aveva scritto della sua storia e della sua malattia un mese fa su Vanity Fair.
La settimana scorsa, mentre Gerry Rafferty entrava in ospedale, i Midnight Juggernauts – giovane band australiana assai moderna e di culto – erano in tournée a divertire il loro pubblico anche con una cover di “Baker Street”, scritta da Rafferty e uscita nel 1978 nel suo disco “City to city”.
“Baker Street” fu un successo planetario allora, e portò Rafferty e i suoi occhialoni alla notorietà mondiale: prima aveva venduto qualcosa in Gran Bretagna – lui è scozzese – dove dopo marciò sulla ricaduta di quel successo ancora per un po’. Ma nel resto del mondo restò una meteora.
Di “Baker Street” è entrato nella storia l’assolo di sassofono (riprodotto fedelmente dai Midnight Juggernauts nella loro versione), eseguito nel disco da Raphael Ravenscroft, un musicista che ha suonato con tanti grandissimi e che per quell’esecuzione fu pagato 27 sterline. Nel 1992 la canzone fu rifatta in una versione dance e fece di nuovo il botto in tutto il mondo. Poi è stata in sigle e colonne sonore a bizzeffe.
Rafferty è stato ricoverato in gravissime condizioni per guai al fegato all’ospedale di Bournemouth, la città dove vive. Aveva già avuto guai di salute per alcolismo, tanto che l’anno scorso era circolata la voce che fosse molto grave e persino morto, prima che si sapesse che si era trasferito in Toscana con la sua compagna italiana. Ha 63 anni.