Ancora stupri di massa in Congo
Più di trenta donne sono state stuprate da un gruppo di ribelli, case e negozi sono stati saccheggiati
Più di trenta donne sono state stuprate in Congo da un gruppo di ribelli la notte di Capodanno. Le donne sono state aggredite nelle loro abitazioni di South Kivu, nella parte est del paese, legate mani e piedi con delle corde e poi colpite ripetutamente fino alla svenimento prima di essere violentate di fronte ai loro figli. «Gli attacchi sono stati compiuti da circa quattro uomini alla volta», ha detto Annemarie Loof, rappresentante di Medici Senza Frontiere. «I negozi e le case sono stati saccheggiati».
La Repubblica Democratica del Congo è uno dei Paesi al mondo dove lo stupro sistematico è usato più comunemente come strategia di guerriglia: soltanto nel 2009 sono stati denunciati più di 15mila stupri, ed è probabile che il numero delle violenze che non vengono denunciate sia ancora maggiore.
Anche per questo il governo congolese ha chiesto il ritiro della missione ONU nel Paese – con 20 mila uomini all’attivo è la più grande fra quelle attualmente schierate dalle Nazioni Unite nel mondo – denunciandone il fallimento nel raggiungere i propri obiettivi di protezione dei civili. Spesso, tuttavia, sono le stesse truppe governative a essere accusate di saccheggi e stupri.