Boehner ha pianto anche ieri
Il nuovo speaker della Camera statunitense ha la tendenza a commuoversi spesso, ieri è successo di nuovo
Con l’insediamento del nuovo Congresso statunitense, ieri, si è ufficialmente conclusa l’era di Nancy Pelosi da speaker, terza carica dello Stato, spettante al leader del partito di maggioranza nella Camera. È cominciata invece quella di John Boehner, repubblicano dell’Ohio, personaggio di non facile lettura: ha guidato il suo partito a una vittoria storica giocata sulla freschezza degli outsider e sulla protesta contro i veterani di Washington, lui che un veterano di Washington lo è sul serio.
Boehner ha un seggio al congresso da vent’anni, e da tempo i democratici lo descrivono come un ricco borghese, appassionato di golf, circondato da lobbisti, molto ben vestito e soprattutto con idee di estrema destra: l’incarnazione di quanto di male si possa vedere in un repubblicano. E però Boehner è anche il politico dalla lacrima facile, caratteristica che da solo smonta tutto i cliché del repubblicano duro e puro: i suoi compagni di partito lo descrivono invece come un uomo umile, con profonde radici nella classe media, cresciuto in una casa con undici fratelli e un solo bagno. Un conservatore pragmatico e sensibile, dicono, e a conferma di questo propongono la sua pronunciata predisposizione alle lacrime.
Ha pianto, Boehner, lo scorso novembre, durante il discorso con cui annunciava la vittoria dei repubblicani alle elezioni di metà mandato. Ha pianto alla Camera alla fine del 2008, durante il discorso con cui difese la necessità di far passare il bailout, il piano di salvataggio delle banche. Ha pianto durante un discorso col quale accusava i democratici di voler abbandonare i soldati statunitensi impegnati in Iraq. Finché Ted Kennedy era vivo, ogni anno organizzava con lui una cena di raccolta fondi per le malridotte scuole cattoliche del paese. E ogni anno piangeva. “John ha il cuore più grande della Camera”, ha detto Mike Pence, suo collega repubblicano che gli contese la leadership alla Camera nel 2006. Ha pianto anche ieri, mentre Nancy Pelosi gli cedeva la sua importante poltrona.
foto: Chip Somodevilla/Getty Images e IM SLOAN/AFP/Getty Images
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