Nick Clegg sulle montagne russe
I Liberaldemocratici del vicepremier britannico sono ai minimi storici nelle preferenze dell'elettorato
Il partito liberaldemocratico britannico, guidato dal vicepremier Nick Clegg, si trova in questo momento ai minimi storici nelle preferenze dell’elettorato, secondo un sondaggio condotto dal quotidiano britannico Independent. Se si andasse alle elezioni adesso i libdem riuscirebbero a ottenere soltanto 15 seggi in parlamento, contro i 57 attuali.
Secondo i risultati del sondaggio, il Labour sarebbe intorno al 40 percento delle preferenze, i Tories al 38 percento e i Lib-Dem all’11 percento. Per gli analisti britannici il crollo dei Lib-Dem è da attribuirsi principalmente alla decisione di Nick Clegg di entrare a far parte della coalizione conservatrice guidata da David Cameron. In particolare, il supporto offerto al governo nella politica sull’innalzamento delle tasse universitarie sembra avere definitivamente allontanato gran parte dell’elettorato che lo aveva sostenuto alle elezioni di maggio.
La notizia è particolarmente curiosa perché durante il 2010 Nick Clegg aveva portato i liberaldemocratici al loro massimo storico, soprattutto grazie alla sua ottima prestazione durante uno dei dibattiti televisivi in vista delle elezioni politiche. Nel primo dibattito, infatti, Clegg aveva di gran lunga stracciato sia Brown che Cameron, facendo fare al suo partito un balzo nei sondaggi. Ve lo ricorderete, probabilmente: in quei giorni si parlava di Clegg-mania. I valori dei liberaldemocratici scesero parecchio, da lì in poi, ma il partito di Clegg riuscì comunque a ottenere un risultato dignitoso alle elezioni. Dignitoso soprattutto perché decisivo, a fronte del mancato raggiungimento della maggioranza assoluta da parte dei conservatori di Cameron.
Questo ha portato i liberaldemocratici al governo, in coalizione con i conservatori. Ma ha probabilmente sancito anche il loro fallimento: la posizione di predominio dei conservatori nella coalizione e nell’opinione pubblica ha di fatto prosciugato la loro iniziativa politica, costringendoli invece ad accettare e sostenere misure e provvedimenti tutt’altro che graditi al proprio elettorato, come ad esempio proprio l’aumento delle tasse universitarie. Se i sondaggi in questa fase non stessero penalizzando anche i conservatori, Cameron probabilmente si avvarrebbe di una snap election per far fuori i liberaldemocratici dalla coalizione e governare da solo, con maggiore libertà. L’aria che tira, però, non gli consente imprudenze.