Nella discarica più grande d’Europa
Mattia Feltri sulla Stampa racconta la discarica di Malagrotta
Mattia Feltri racconta la discarica di Malagrotta: ospita l’80 per cento dei rifiuti di Roma, ha un’estensione sconosciuta e soprattutto è illegale.
Il confine fra legale e illegale è notoriamente mobile, e il caso della discarica di Malagrotta illustra il concetto: illegale secondo le leggi europee, illegale secondo gli standard sanitari, la discarica continua a funzionare grazie alla proroga delle proroghe. Nel 1999, l’Unione stabilì che le discariche ospitassero solamente i rifiuti non riciclabili. L’Italia fece sua la norma nel 2003 e la applicò nel 2005. A Malagrotta finisce l’80 per cento dei rifiuti di Roma (più quelli del Vaticano, di Fiumicino e di Ciampino) e si tratta di rifiuti di ogni genere. A Roma, secondo dati ufficiali (del 2008) e tuttavia ottimistici, la raccolta differenziata non va oltre il 20 per cento. Così, ogni anno, in un righino introvabile e abilmente occultato della Finanziaria, si concedono a Malagrotta altri dodici mesi. E lo stesso fa la Regione, poiché la zona registra un clamoroso tutto esaurito. Ma un buchino nuovo per un altro carico lo si trova sempre. E intanto Comune e Regione hanno promesso di trovare un’altra area «discaricabile».
Il mostro
La discarica di Malagrotta è considerata la più grande d’Europa. È nel territorio comunale di Roma, a Nord Ovest, non lontano da Fiumicino, a sei chilometri in linea d’aria da San Pietro. Non si sa quanto sia estesa. Secondo qualcuno 160 ettari, per altri 240. Se gli ettari fossero 200, l’area equivarrebbe a quella occupata da circa 250 campi da calcio. Un paese da duemila abitanti. Ogni giorno, i camion della nettezza urbana scaricano fra le 4 mila 500 e le 5 mila tonnellate di rifiuti. Secondo le stime dei comitati che si battono per lachiusura della discarica, dagli anni Sessanta lì sarebbero stati riversati 60 milioni di tonnellate di rifiuti. Che cosa significa 60 milioni di tonnellate? Significa 80 milioni di utilitarie come la Fiat Uno. È l’equivalente di 750 milioni di uomini dal peso medio di 80 chili, cioè l’intera attuale popolazione europea. Oppure di 30 milioni di elefanti indiani. O ancora, di un milione e 200 mila capodogli. Ora la chiamano l’ottavo colle di Roma, sebbene secondo un’orografia variabile: il mostro si espande, si innalza, modifica l’orizzonte di giorno in giorno.