I videogiochi nel 2020
Matteo Bittanti su Wired gioca ipotizzando dieci scenari futuri, tra 3D e sale giochi
Matteo Bittanti è uno degli italiani (all’estero, ahinoi) che meglio conosce i videogiochi, e per Wired ha ipotizzato dieci possibili scenari futuri del mondo videoludico.
La previsione del futuro e’ un gioco. E a noi piace giocare. Non a caso, al termine del mio corso di Game Studies al California College of the Arts di San Francisco sottopongo ai miei studenti una serie di previsioni più o meno realistiche sul futuro dei videogame. L’obiettivo non è tanto criticarle in modo costruttivo, quanto instillare nelle loro menti — giovani, influenzabili e corruttibili — l’idea che il destino del divertimento elettronico e’ nelle nostri mani, non in quelle di uno sparuto gruppo di corporation (Inception docet).
I videogiochi del duemilaventi, in altre parole, esistono già, per lo meno a livello concettuale. Dobbiamo solo produrli. Quest’anno ho deciso di estendere l’invito a tutti i lettori di WIRED. Considerando che il futuro non va semplicemente previsto, ma inventato (=> Alan Kay), ventimila teste pensanti sono meglio di venti, no?
Siete pronti? Ecco dieci possibili scenari per il ventiventi.
1) La tecnologia 3D, uno dei piu’ grandi fallimenti del decennio – un po’ come la realta’ virtuale negli anni Novanta – e’ stata soppiantata da tecnologie di visualizzazione che non richiedono occhialini da geek. Se Minority Report (Steven Spielberg, 2002) e The Island (Michael Bay, 2004) hanno previsto l’avvento di Kinect, Avatar (James Cameron, 2009) ha pre-mediato qualcosa di ancora piu’ interessante. Non mi riferisco tanto all’idea dell’avatar in se’, che per altro era gia’ stata illustrata in modo assai piu’ interessante in Surrogates (il fumetto meglio del film). Mi riferisco, piuttosto, agli ologrammi manipolabili in tempo reale. Considerando che Apple sta lavorando in questa direzione da tempi non sospetti, sono pronto a scommettere che vedremo hologames ben prima del 2020. Le interfacce ludiche del futuro saranno un incrocio tra Turbo e l’infoporn di Hans Rosling.
2. A proposito di Apple. Per quando l’azienda di Cupertino continui a snobbare apertamente il settore videoludico, e’ evidente che iPad e iPhone siano console portatili a tutti gli effetti. E lo diventeranno sempre di piu’, ora che la stigma del videogame come espressione artistica e culturale “inferiore” e’ venuta meno. L’ultima generazione di blockbuster mobile (Infinite Blade di Epic Games e Rage HD, solo per citarne un paio) attestano che Nintendo e Sony hanno trovato un avversario tostissimo anche nel settore del gaming portatile. E Game Center e’ solo l’inizio. Detto altrimenti: la trifecta Nintendo-Microsoft-Sony e’ ormai un foursome. Benvenuta, Apple.