Il Vaticano adotta le norme europee anti riciclaggio
La decisione arriva a tre mesi dallo sequestro di 23 milioni subìto da parte dello IOR, la banca vaticana
Il Vaticano ha deciso di adottare le norme anti riciclaggio previste dall’Unione Europea e già da tempo recepite dall’Italia. Domani, con una lettera apostolica, Benedetto XVI motiverà la scelta che dovrebbe consentire al Vaticano di prevenire e contrastare con maggiore efficacia le attività illegali in campo monetario e finanziario. Oltre all’adozione delle norme europee, sarà anche istituita l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF), che avrà il compito di vigilare sulle attività in Vaticano.
La scelta avrà alcune conseguenze dirette per gli istituti finanziari vaticani, a partire dall’Istituto per le opere di religione (IOR), da tre mesi mesi oggetto di numerose polemiche per un sospetto caso di riciclaggio di denaro. Lo scandalo dello scorso settembre ha interessato il presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, e un alto dirigente dell’istituto, accusati di aver messo in piedi un articolato meccanismo di trasferimento per riciclare del denaro. A scopo cautelativo, lo scorso 23 settembre la procura di Roma dispose il sequestro di 23 milioni di euro depositati dallo IOR su un conto corrente del Credito Artigiano, istituto controllato dal Credito Valtellinese.
Stando alle ricostruzioni, lo IOR aveva intenzione di trasferire da un proprio conto sul Credito Valtellinese – presieduto da Giovanni De Censi, a sua volta membro del Consiglio di sovrintendenza dello IOR – alla banca JP Morgan Frankfurt e tre milioni di euro destinati alla Banca del Fucino. La Banca d’Italia teneva però sotto controllo da tempo lo IOR, perché l’istituto di credito vaticano non aveva ancora adeguato del tutto le proprie attività alle normative sulla trasparenza e la lotta al riciclaggio.
L’operazione fu sospesa perché essendo lo IOR una banca non comunitaria, le banche italiane avevano dovuto effettuare alcune verifiche ulteriori sull’identità dei clienti prima di dare il via libera alla transazione. I controlli avevano portato alla luce qualcosa di sospetto e così il Credito Valtellinese aveva informato la Banca d’Italia e la procura di Roma attraverso l’Unità d’informazione finanziaria. Ed erano partiti il sequestro e le indagini.
L’adozione delle norme europee dovrebbe rendere più trasparente la gestione dei fondi dello IOR, consentendo all’istituto di allontanare ulteriori sospetti sul proprio operato.