Il megasimulatore terrestre
Il progetto per costruire un'enorme raccolta di dati per ricreare e prevedere tutto quello che succede sulla Terra in un computer
Il Living Earth Simulator (LES) è uno dei progetti informatici più ambiziosi per creare un sistema in grado di simulare tutto ciò che accade sulla Terra, dalle variazioni del clima al diffondersi delle epidemie, passando per la gestione dei mercati finanziari e quella del traffico. La proposta, spiega Gareth Morgan (BBC), è stata lanciata da FuturICT, una organizzazione svizzera che intende raccogliere risorse e conoscenze per realizzare il nuovo simulatore.
Alla guida dell’iniziativa c’è Dirk Helbing del Politecnico Federale di Zurigo (ETH), che da tempo sostiene la necessità di creare un “acceleratore di conoscenza” riprendendo il modello che ha portato alla costruzione del Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del CERN per lo studio della materia. Secondo Helbing, il LES potrebbe consentire di prevedere la diffusione di particolari malattie che causano epidemie, scoprire in anticipo i prossimi cambiamenti del clima o prevenire una nuova crisi finanziaria, tutto grazie alle simulazioni al computer.
Il progetto è ambizioso e per essere realizzato potrebbero essere necessari fino a un miliardo di euro e l’impegno di centinaia di ricercatori. Buona parte delle risorse, spiegano i promotori dell’iniziativa, sarebbero investite nell’acquisto e nella produzione di nuovi supercomputer in grado di gestire l’enorme mole di dati necessaria per creare modelli matematici e simulazioni attendibili. La raccolta delle informazioni, invece, potrebbe richiedere meno risorse grazie alla Rete e alle grandi raccolte di dati degli enti scientifici come le agenzie spaziali, i centri di ricerca nazionali e gli atenei.
La possibilità di mettere insieme tutte queste informazioni, che spesso si trovano su sistemi isolati tra loro e con formati non compatibili, dovrebbe essere la forza del nuovo simulatore.
Il passo successivo sarebbe poi quello di creare un ambiente di lavoro per trasformare questa enorme quantità di dati in modelli accurati in grado di replicare quanto avviene oggi sulla Terra. Questo sarà possibile solamente mettendo insieme scienziati, informatici e ingegneri per stabilire insieme quali saranno le regole per far funzionare il simulatore.
Il LES potrebbe influire seriamente sul modo di fare ricerca, ma come ammettono gli stessi organizzatori dell’iniziativa il sistema potrà essere efficace solo se nella fase di progettazione si raggiungeranno nuovi progressi nella creazione di computer in grado di interpretare meglio i dati. L’obiettivo è quello di realizzare sistemi che possano non solo calcolare i numeri, ma anche “capirli” e inserirli nei giusti contesti.
Il simulatore avrà bisogno di una grande capacità di calcolo per poter fare qualcosa del genere, ma questo non sembra preoccupare chi propone di mettere in cantiere il LES. Nel corso degli anni, molte società online hanno dimostrato di saper gestire una enorme quantità di dati offrendo servizi a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Google, per esempio, utilizza decine di migliaia di server per smistare il traffico del proprio motore di ricerca e per offrire i propri servizi online come la posta elettronica, o i video su YouTube. In proporzione, spiegano gli esperti, il LES avrebbe bisogno di molte meno risorse per funzionare.
Ciò che preoccupa davvero Helbing e i suoi colleghi è semmai la possibilità di avere facile accesso alle raccolte di dati necessarie per creare le simulazioni. E le principali critiche al progetto si basano proprio su questo aspetto: la quantità di informazioni è molto importante per creare un sistema in grado di riprodurre le dinamiche che si verificano sulla Terra, ma la selezione dei dati rimane comunque un passaggio fondamentale per avere risultati affidabili e di qualità.
L’iniziativa di Helbing e colleghi mira a ottenere visibilità anche grazie all’European Future Technologies (FET), il programma dell’Unione Europea per analizzare e promuovere i progetti per la ricerca scientifica nel lungo periodo. La prossima conferenza del FET si terrà a maggio del prossimo anno.