I piani di Obama sul trattamento di fine vita
Obama vuole reintegrare il trattamento sul fine vita nella riforma sanitaria approvata a luglio dal Congresso
Quando la riforma sanitaria era stata approvata lo scorso luglio, l’amministrazione Obama aveva dovuto rinunciare all’inserimento del cosiddetto end-of-life plan. La proposta di usare fondi pubblici per offrire consulenze sul “trattamento fine-vita” aveva infatti scatenato la feroce opposizione dei repubblicani, che tramite Sarah Palin avevano accusato il presidente Barack Obama di voler istituire delle “commissioni di morte”. Ora il piano sta per essere reintegrato all’interno della legislazione, attraverso alcuni decreti attuativi: una manovra per cui il presidente non ha bisogno dell’approvazione del Congresso.
Mentre il testo della riforma approvata dal Congresso si limitava a stanziare fondi per visite annuali di tipo generico, con questa modifica si spingerà anche a coprire il cosiddetto voluntary advance care planning, che coprirà appunto anche consulenze specialistiche sul fine vita. I medici, per esempio, potranno consigliare i pazienti su come prepararsi a lasciare precise indicazioni chiarendo il limite di cure a cui vogliono essere sottoposti nel caso in cui non siano più in grado di prendere decisioni volontarie.
«L’advance care planning migliora la qualità delle cure dei malati terminali e la soddisfazione delle famiglie, oltre a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione dei parenti che sopravvivono al defunto», si legge nel testo con cui l’amministrazione Obama ha presentato la modifica alla legge. Chi si oppone alla legge insiste invece nel dire che Obama sta solo cercando di inserire un parametro che rischia di essere usato per giustificare tagli su risorse che invece potrebbero servire per curare persone colpite da gravi malattie e disabilità.
Sarah Palin, candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti a fianco di John McCain alle ultime elezioni, era stata una delle più strenue oppositrici dell’advance care planning all’epoca della discussione della riforma sanitaria e aveva fatto una dura campagna contro le presunte “commissioni della morte” che la legge avrebbe istituito. Un recente sondaggio di Kaiser Family Foundation ha mostrato quanto quella campagna avesse fatto presa nell’immaginario collettivo: tutt’oggi il 30 percento degli americani sopra i 65 anni pensa del tutto erroneamente che l’advance care planning autorizzi le commissioni di medici pagate dal governo a prendere decisioni sulla vita dei malati terminali.