Sciopero generale in Costa d’Avorio
Lo ha indetto l'opposizione, mentre Gbagbo si dichiara riluttante a dividere il potere
Continua la crisi politica e umanitaria in Costa d’Avorio. In una videointervista rilasciata in esclusiva ad Al Jazeera, il presidente uscente Laurent Gbagbo ha di nuovo chiesto il riconteggio dei voti agli organi internazionali, e detto che in casi estremi sarebbe anche disposto a condividere il potere, una soluzione che però, secondo il presidente, non sarebbe la migliore. Intanto, i partiti politici sostenitore del candidato all’opposizione, Alassane Ouattara, hanno indetto uno sciopero generale nel tentativo di aumentare le pressioni su Gbagbo.
Quasi un mese fa il presidente in carica Gbagbo ha negato l’esito delle elezioni, che hanno indicato il suo avversario Ouattara come vincitore, e da allora si rifiuta di lasciare il palazzo presidenziale. Nelle ultime settimane la situazione è man mano peggiorata, almeno 14mila persone sono fuggite dalla Costa d’Avorio per trovare riparo nella vicina Liberia, e l’ONU stima che altre 15mila se ne andranno. Cinque giorni fa la Banca Mondiale e la Banca d’Africa hanno congelato i finanziamenti alla Costa d’Avorio in protesta contro Gbagbo, e l’altroieri la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (in inglese, ECOWAS) ha intimato al presidente uscente della Costa d’Avorio di lasciare l’incarico o prepararsi a essere deposto da un “uso legittimo della forza”.
Ouattara e Gbagbo si sono sfidati alle ultime elezioni presidenziali della Costa d’Avorio lo scorso 28 novembre. Il primo ha ottenuto più voti del secondo, che non ha però riconosciuto la vittoria al proprio avversario ottenendo dalla Corte Costituzionale l’annullamento di diverse migliaia di schede elettorali. Entrambi i candidati si sono dichiarati presidenti dopo le elezioni e ora il paese rischia una nuova guerra civile. Da settimane la comunità internazionale cerca di fare pressioni su Gbagbo per indurlo ad abbandonare l’incarico, ma fino a ora il presidente si è rifiutato di abbandonare il potere. Gbagbo ha il sostegno di buona parte delle forze militari ivoriane, mentre Ouattara può fare affidamento sul sostegno dei ribelli nel nord-ovest del paese.
Nell’intervista ad Al Jazeera Gbagbo ha anche detto di non essere preoccupato per una possibile indagine su presunte fossi comuni nel villaggio N’Dotre. Secondo le prime informazioni, gruppi di uomini mascherati e armati, forze alleate di Gbagbo avrebbero impedito all’ONU di controllare la presenza o meno di una fossa comune. Le autorità dell’ONU non si sono sbilanciato a indicare quali potrebbero essere le vittime, ma si sono limitata a dirsi preoccupati per le centinaia di arresti e le decine di casi di tortura e rapimento avvenuti nell’ultimo mese.
Foto: ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images
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