Le dieci buone notizie del 2010

Non si trovano facilmente, ma ci sono

di Pier Mauro Tamburini

Lo ammettiamo subito: trovarle non è stato facile. Tra disastri ambientali e elezioni sfociate in guerre civili, le buone notizie dal mondo sono state poche, si nascondono bene e vengono dimenticate in fretta (i minatori, certo: quelli ce li ricordiamo tutti). Ma per esserci ci sono, e abbiamo voluto recuperarne dieci: se ne avete altre, meglio.

10. Gli arresti dei boss messicani
La situazione della guerra alla droga in Messico non è delle migliori, anzi, proprio una settimana fa la stima delle vittime dall’insediamento del presidente Felipe Calderon a oggi, cioè dal 2006, è salita a più di 30mila. Rispetto agli ultimi tre anni, però, questo è il primo che ha visto una serie di arresti e uccisioni illustri nelle file dei narcotrafficanti. Le forze di sicurezza messicane hanno ucciso il leader del cartello del Golfo Tony Tormenta, hanno arrestato il leader del cartello di narcotrafficanti di Ciudad Juarez, hanno fermato altri due boss e ucciso decine e decine trafficanti di droga, hanno sequestrato (e poi bruciato) centinaia di tonnellate di marijuana. La guerra è ancora lontana dalla sua fine, ma almeno ha smesso di contare perdite solo da una parte.

9. L’Oscar a The Hurt Locker
Certo: inserire tra le buone notizie dell’anno un premio dato in una sala di attori, registi e produttori quasimilionari in giacca e cravatta può stonare un po’. Considerando però la portata e l’influenza degli Oscar e l’abitudine dell’Academy di votare classici blockbuster, la vittoria di The Hurt Locker (un bellissimo film sulla guerra in Iraq dagli incassi contenuti) a scapito del più hollywoodiano Avatar (a cui non vogliamo comunque togliere nulla) è sicuramente una buona notizia. In più è il primo Oscar a una regista donna, che non fa mai male.

8. Una cura per prevenire l’AIDS
Si chiama Truvada, e sembra che la sua assunzione periodica possa ridurre sensibilmente le probabilità di contrarre il virus dell’HIV nei soggetti maggiormente a rischio. Purtroppo è costosa, e la storia della lotta all’AIDS è puntellata di speranze poi rivelatesi buchi nell’acqua, ma secondo gli scienziati Truvada — che ora affronterà nuovi test — potrebbe non tradire le aspettative. La cura è stata scoperta da Anthony S. Fauci e il suo gruppo di ricerca interno al National Institutes of Health, e finanziata dalla fondazione benefica Melinda e Bill Gates. La stessa fondazione ha finanziato un altro promettente farmaco per combattere la meningite in Africa.

7. Quattro miliardi di cellulari
Oggi nel mondo ci sono quattro miliardi di persone che possiedono un cellulare. Qualcuno può essere scettico sulla portata benefica dei cellulari, ma in Africa sono indispensabili per comunicare in zone remote e nei paesi non democratici aiutano i movimenti per i diritti umani, diffondono l’alfabetizzazione e l’informazione, sostengono il commercio e l’economia. Solo ad Haiti, dopo il terremoto di gennaio, il progetto Mobile giving — pochi euro via sms — ha raccolto milioni di dollari, e i cellulari sono serviti alle organizzazioni non governative per mappare le crisi sul territorio. Un altro programma del genere si chiama Ushahidi e ha cambiato del tutto la gestione delle emergenze nelle aree di crisi. Noi ne avevamo parlato citando un (controverso) articolo di Foreign Policy, in cui illustravamo la serie di avanzamenti che hanno reso gli ultimi dieci anni un fantastico decennio.

6. I minatori cileni
È la storia dell’estate: è pressocché impossibile che non abbiate sentito parlare dei trentatré minatori cileni almeno una volta. Intrappolati in una miniera il 5 agosto, scoperti vivi solo due settimane dopo e, infine, gloriosamente liberati due mesi dopo con gli sforzi del governo cileno, che “non ha badato a spese” per il salvataggio, guadagnandone un nuovo e ampio consenso popolare.

5. La liberazione di Aung San Suu Kyi
La Birmania — o, come la chiama la giunta militare, la Repubblica del Myanmar — rimane una dittatura, confermata anche dalle ultime elezioni. Ma la notizia della liberazione dell’attivista Nobel per la pace (qui il suo profilo) dopo quindici anni di arresti domiciliari è stata seguita con attenzione e gioia da buona parte del mondo. Suu Kyi ha dichiarato che è pronta a dialogare con il regime e ora dovrà rimettere insieme i pezzi dell’opposizione, che negli anni della sua assenza ha perso forza e coesione.

4. La riforma sanitaria di Obama
Da qualche mese trentadue milioni di statunitensi in più sono coperti dall’assicurazione sanitaria, e solo questo dato basta a legittimare la notizia come una delle migliori dell’anno, che argina — pur senza eliminarla — l’assurdità di un paese tra i più democratici al mondo che non era in grado di garantire cure mediche a buona parte della popolazione.

3. Il buco nell’ozono
Non è di certo successo da un giorno all’altro, ma quest’anno gli scienziati ne hanno rilevato i processi maggiori: il celebre buco nell’ozono si sta chiudendo. A 25 anni dalla sua scoperta, tra i 15 e i 30 chilometri sopra le nostre teste, le cose iniziano a migliorare: la tempestiva messa al bando dei gas responsabili della distruzione dell’ozono ha consentito di rattoppare il buco e viene da molti vista come un modello da applicare per affrontare anche il più minaccioso problema del surriscaldamento globale.

2. Il matrimonio omosessuale in Argentina
Dopo quattordici ore di dibattito in Senato e con 33 voti a favore e 27 contrari, l’Argentina è diventato il primo stato sudamericano ad approvare la legge per il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, che possono anche adottare. Migliaia di persone hanno seguito in diretta il dibattito fuori dal Senato e nelle piazze di molte città argentine, festeggiando poi al ritmo di “Sí, se puede”, la versione spagnola del “Yes, we can” di Obama. Nei mesi precedenti, il matrimonio gay era stato ratificato anche in Portogallo e Islanda. Ora i paesi in cui gli omosessuali possono sposarsi sono dieci e no, noi non ci siamo.

1. La fame nel mondo
L’eliminazione della fame nel mondo è un processo lento e in corso, ma sta iniziando a compiere i suoi primi passi. Quest’anno la FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) ha dichiarato, per la prima volta, un’inversione di tendenza nei numeri sulla fame del mondo: 98 milioni di persone denutrite in meno nel 2010. Il numero di esseri umani denutriti rimane comunque “inaccettabilmente alto” (925 milioni), ma gli sviluppi dell’ultima annata danno comunque buone speranze per il futuro.

Foto: JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images