Cos’è la “Federazione Anarchica Informale”

L'organizzazione è attiva da tempo e ha già inviato in passato plichi esplosivi alle istituzioni italiane ed europee

Ieri a Roma due pacchi bomba sono esplosi presso le sedi delle ambasciate svizzera e cilena, causando il ferimento di un paio di impiegati. L’operazione è stata rivendicata dalla “Federazione Anarchica Informale”, che ha lasciato un messaggio vicino a uno dei pacchi bomba esplosi: «Abbiamo deciso di far sentire di nuovo la nostra voce con le parole e con i fatti. Distruggiamo il sistema di dominio. Viva la FAI, via l’Anarchia. Federazione Anarchica Informale cellula rivoluzionaria Lambros Fountas».

Gli inquirenti stanno ora analizzando il materiale e sembra essere chiaro un legame con la Grecia. Lambros Fountas era un anarchico greco, rimasto ucciso nel corso di uno scontro con la polizia lo scorso 11 marzo ad Atene. Secondo le autorità del paese, Fountas era collegato a Lotta Rivoluzionaria, l’organizzazione maggiormente indiziata per l’attentato che lo scorso giugno ha causato la morte di uno degli assistenti del ministro dell’interno della Grecia.

La firma trovata insieme a uno dei pacchi bomba sembra quindi confermare i legami tra i gruppi insurrezionalisti greci e quelli italiani, come ricorda Repubblica:

C’è dunque un legame “molto stretto” tra le azioni svolte dagli anarchici greci e quelli italiani. Legami, tra l’altro, esistenti fin dal 1998, quando una ventina di esponenti di spicco dei movimenti anarchici greci parteciparono in Piemonte ai funerali di Edo ‘Baleno’ Massari, l’anarchico accusato degli attentati in Val di Susa contro l’alta velocità suicidatosi in carcere. Modus operandi, tipologia dell’ordigno e obiettivi scelti, tra l’altro riconducono tutti al mondo anarco-insurrezionalista e a quelle sigle che in passato hanno già colpito in Italia.

Sotto la Fai hanno infatti rivendicato attentati la Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare), la Brigata 20 luglio, le Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle, e Solidarietà internazionale. Anche la scelta degli obiettivi, secondo gli analisti, è un ulteriore elemento che riporta al mondo anarco-insurrezionale: in Svizzera sono detenuti due anarchici italiani, Costantino Ragusa e Silvia Guerini e lo svizzero ticinese residente in Italia, Luca Bernasconi. I tre sono stati arrestati dalle autorità svizzere lo scorso 15 aprile con l’accusa di preparare un attacco contro una sede dell’Ibm: nella loro auto sarebbero state trovate ingenti quantità di esplosivo.

La FAI ha già rivendicato in passato la collocazione e l’invio di ordigni esplosivi. Nel 2003, la sigla anarchica firmò l’operazione “Santa Klaus”, una serie di plichi esplosivi inviati al presidente della Banca centrale europea, al presidente del Partito popolare europeo, a Europol e all’allora presidente dell’Unione Europea Romano Prodi. Nel 2004, due pacchi bomba indirizzati al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria furono disinnescati in tempo dagli artificieri, che trovarono ancora una volta la rivendicazione di una cellula della FAI.

La Federazione fece esplodere tre ordigni a Milano nel novembre del 2004 senza causare vittime e, nel 2005, inviò altri pacchi bomba contro le forze dell’ordine sempre nel capoluogo lombardo e a Genova. Nel luglio del 2006 un plico esplosivo fu indirizzato anche al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ma fu individuato per tempo dagli impiegati del Comune prima che potesse esplodere.

Il pacco consegnato ieri all’ambasciata svizzera è esploso ferendo l’addetto che si occupa della corrispondenza. L’uomo ha 53 anni ed è stato investito dalla violenta esplosione riportando ferite gravi alle mani. Il plico aperto presso l’ambasciata cilena ha ferito un dipendente, ma ha fortunatamente causato meno danni. La busta e l’incartamento erano del tutto simili a quelli utilizzati per la sede diplomatica della Svizzera. Il pacco aveva le dimensioni di una videocassetta.