I nemici di Ahmadinejad
Il presidente iraniano è stato criticato dall'ex ministro degli esteri, che lui stesso aveva licenziato
Nuove difficoltà politiche per il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, criticato sia dal ministro degli esteri da lui stesso appena licenziato, sia dal presidente della Parlamento.
La scorsa settimana Ahmadinejad aveva licenziato il ministro Manouchehr Mottaki mentre quest’ultimo si trovava in missione diplomatica in Senegal. Mottaki non sarebbe stato avvisato della decisione. «Licenziare un ministro mentre è in visita diplomatica», ha detto ieri Mottaki, «non è islamico, non è diplomatico ed è offensivo”. Il vicepresidente Mohammad Reza Rahimi ha smentito le parole del ministro, spiegando alla stampa come questi sapesse già della decisione di Ahmadinejad prima di partire per l’Africa.
Ali Larijani, il presidente della Parlamento, ha difeso l’ex ministro suo alleato: «la sostituzione sarebbe dovuta avvenire con attenzione, dignità e non durante una visita». Ali Motahari, politico dell’opposizione, ha dichiarato alla stampa che Mottaki avrebbe saputo del suo licenziamento direttamente dal presidente senegalese.
Le ultime critiche dell’ex ministro e dell’opposizione arrivano a un mese di distanza dal tentativo di un gruppo di parlamentari conservatori di sfiduciare il presidente iraniano, un piano che si era poi infranto contro il volere della Guida Suprema Ali Khamenei, che ha il potere di approvare o meno l’impeachment.
Al Jazeera scrive che il rapporto tra Ahmadinejad e Mottaki è sempre stato teso. Negli ultimi mesi, il ministro degli esteri ha ostacolato il piano di Ahmadinejad di nominare propri incaricati del ministro degli esteri in aree chiave come il Medioriente, l’Afghanistan e la regione del Mar Caspio.
Ahmadinejad rappresenta un movimento populista ultraconservatore, fronteggiato sempre con maggior forza dagli altri conservatori, che contestano la concentrazione dei poteri. Da tempo è infatti in corso una spaccatura tra l’ala militare del regime, che fa riferimento ad Ahmadinejad, e l’ala religiosa, che fa riferimento agli ayatollah. Il presidente iraniano in questo momento può ancora contare sul sostegno della Guida Suprema ma in molti credono che, con l’andare del tempo, la sua posizione possa indebolirsi sempre più.