La Corea del Sud cerca rogne
Estese esercitazioni militari nell'isola contesa di Yeonpyeong tengono alta la tensione con la Corea del Nord
Nelle ore scorse, quando in Italia era notte, la Corea del Sud ha condotto un’articolata esercitazione militare sull’isola di Yeonpyeong, quella che la Corea del Nord aveva attaccato con colpi di artiglieria un mese fa uccidendo quattro persone. Una prima esercitazione congiunta di Corea del Sud e Stati Uniti era già avvenuta nei giorni successivi, ma in questo caso l’attività è stata molto più intensa, e provocatoria a detta di molti osservatori. L’ONU aveva chiesto nei giorni scorsi moderazione da ambo le parti in causa.
Nel corso dell’esercitazione – che è durata un’ora e mezzo a partire dalle 14,30 locali – sono stati sparati colpi di artiglieria nelle acque contese, e cacciabombardieri F-15 hanno attraversato i cieli. “Non c’è stata nessuna risposta da parte della Corea del Nord”, ha detto un responsabile del Ministero della Difesa sudcoreano. Gli abitanti dell’isola sono stati guidati verso i rifugi e istruiti ad indossare maschere antigas. Alle esercitazioni hanno partecipato 20 osservatori militari statunitensi (gli USA hanno 28.500 soldati in Corea del Sud).
Molti commenti in Corea del Sud hanno letto l’esercitazione come un’esibizione di forza del presidente Lee Myung-bak, accusato di eccessiva prudenza dopo l’attacco di un mese fa. Il New York Times riferisce il parere di Andrei Lankov, professore all’Università di Seoul ed esperto di cose nordcoreane, per il quale non ci sarà probabilmente nessuna risposta alle esercitazioni: «colpiranno più avanti, quando si sentiranno pronti: ma c’è un grande rischio di escalation». Lo stesso comandante supremo dell’esercito della Corea del Nord ha dichiarato che «riteniamo che sia meglio non reagire alle provocazioni militari».
(foto: Jung Yeon-Je/AFP)
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