Lettonia e Russia fanno pace?
Una delegazione di governo di quasi 200 persone è a Mosca a risolvere questioni del passato e del presente
di Paolo Pantaleo
La visita ufficiale di questi giorni del Presidente della Repubblica lettone Valdis Zatlers a Mosca da Medvedev e Putin rappresenta qualcosa di storico. Intanto nelle dimensioni. Zatlers si porta dietro circa 190 fra ministri, esponenti del mondo economico e dell’impresa, istituzionale, culturale del paese baltico: mai una visita di stato fra i due paesi, fino a venti anni fa occupato e occupante, è stata di dimensioni così ampie. E poi per l’agenda degli incontri: si va dall’istituzione di una Commissione congiunta di storici che faccia chiarezza sul tribolato e sanguinoso passato, i numerosi accordi commerciali, economici e infrastrutturali fra i due paesi, la questione dei rapporti della Russia con l’Unione Europea e con la Nato compresa la questione dei visti, e infine la stipula di vari protocolli giuridici. Sullo sfondo dei colloqui fra Medvedev e Zatlers un punto fondamentale sarà ovviamente la questione dell’integrazione della minoranza russa (circa il 30% in Lettonia) e dei requisiti per il riconoscimento della cittadinanza lettone ai russofoni.
Insomma, a vent’anni dal crollo dell’Urss Russia e Lettonia provano a fare davvero la pace.
Ma questo appuntamento destinato a ridefinire nella sostanza profonda i rapporti bilaterali fra i due stati cade in un momento reso complicato da diversi eventi accaduti nelle ultime settimane. Intanto la recente vittoria elettorale della coalizione di centrodestra e l’appoggio esterno dei nazionalisti lettoni di Visu Latviaji al nuovo governo Dombrovskis, con la sconfitta del partito filorusso di Saskanas Centrs.
Poi i cables svelati da Wikileaks sull’allargamento segreto del sistema di difesa Nato Eagle Guardian, ideato per la Polonia, ai tre paesi baltici, notizia che certo non ha messo di buonumore i russi.
Infine l’imbarazzante affare Kristovkis, il neo ministro degli esteri del governo Dombrovskis. Nella enorme delegazione lettone in questi giorni a Mosca colpisce la mancanza proprio del ministro degli esteri Kristovskis, che un mese fa, appena nominato il nuovo governo, si è trovato al centro di uno scandalo diplomatico, una specie di Wikileaks in salsa lettone. Appena votata la fiducia al governo sono venute fuori email private in cui Kristovkis si lasciava andare ad affermazioni discriminatorie nei confronti della minoranza russa (sulla priorità dell’assistenza medica ai lettoni prima che ai russofoni, sulla contesa di una piccola cittadina di frontiera oggi in territorio russo), tanto che l’opposizione gli ha presentato subito una mozione di sfiducia, da cui si è salvato per pochi voti. Si capisce che sarebbe stato imbarazzante per Zatlers portare con sè un ministro degli esteri così improvvido in una trasferta tanto delicata.
Insomma ci sarà da lavorare molto per ridefinire i rapporti fra i piccoli paesi baltici e l’ingombrante e invadente orso russo, ma la piccola invasione lettone di questi giorni al Cremlino può segnare un momento storico nella relazione fra Russia e Lettonia, e risultare benefica anche nell’ottica dei rapporti di Mosca con l’Unione Europea e la Nato.