Vince Berlusconi
Il governo ottiene la fiducia sia al Senato che alla Camera
15.37. Catia Polidori ha chiuso il suo sito internet. Sulla sua pagina di Facebook meglio che non ci andate.
15.27. Franceschini ne approfitta per dare un colpetto a Di Pietro. “Il PD ha garantito 206 voti su 206 deputati. Se non ci fossero stati due traditori dell’IdV avremmo vinto”.
15.15. Berlusconi alle 17 vedrà Napolitano. I commenti del centrodestra sono unanimi: si godono la vittoria ma danno per scontato il voto in primavera.
14.42. Il senatore radicale Perduca commenta la finta manifestazione di Scilipoti. “Dalle immagini che compaiono su Facebook e dalle dichiarazioni di alcuni extracomunitari a reggere lo striscione sarebbero in realtà una trentina di immigrati, probabilmente da lui stesso reclutati. Suggerisco che la notizia sia verificata e spero che l’onorevole Scilipoti si adoperi per la regolarizzazione di eventuali persone in attesa di permesso di soggiorno – conclude l’esponente radicale – oggi e, soprattutto, domani”.
14.27. Così Gianfranco Fini: “La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta, resa ancor più dolorosa dalla disinteressata folgorazione sulla Via di Damasco di tre esponenti di Futuro e Libertà. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane”.
14.24. “Mi sento un moderato di centro cristiano proveniente da una cultura socialdemocratica”, sempre Scilipoti
14.22. Scilipoti a Sky: “Ci siamo resi conto che in questo momento è meglio non andare a votare e risparmiare quei soldi e investirli per gli italiani. Non è stata esercitata nessuna pressione”
14.00. “Urlato contro il presidente anche l’epiteto di “coglionazzo””, riferisce Repubblica.it senza rispetto.
13.52. Scrive Andrea Sarubbi su Twitter: «La Mussolini sale sulla sedia del presidente per metterci il tricolore. Le urliamo di tutto. Continuano a urlare “dimissioni”».
13.51. Secondo Repubblica Berlusconi riceve Cesario, Calearo e Scilipoti, tre dei quattro eletti nel centrosinistra che gli hanno votato la fiducia.
13.49. Un dato numerico e politico. Berlusconi vince di tre voti. Per lui hanno votato quattro deputati che erano stati eletti nelle liste del centrosinistra, due del PD e due dell’IdV.
13.46. Qui, intanto, le foto della rissa alla Camera seguita al voto con il governo della finiana Polidori.
13.45. PdL e Lega urlano “DIMISSIONI!” rivolti verso Fini.
13.43. I membri della Camera sono 630. Questo vuol dire che il governo alla Camera ha una maggioranza relativa, non più assoluta.
13.42. Il governo ottiene la fiducia dalla Camera. Favorevoli 311, contrari 314, astenuti 2.
13.41. Calearo vota per il governo accolto dagli “olè” della maggioranza.
13.40. Gaglione e Moffa non hanno votato, uno avrebbe votato la sfiducia, l’altro no. Scilipoti in compenso ha votato per il governo.
13.37. Finisce la prima chiama, comincia la seconda chiama.
13.25. Siliquini annuncia il suo ritorno nel PdL. Dell’altra finiana che non ha votato la sfiducia, Polidori, Barbareschi dice che “è stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende”. Il Sole 24 Ore spiega chi è Catia Polidori.
13.20. Sembra che Gasparri abbia mostrato il dito medio a Fini.
13.16. Moffa annuncia di votare la sfiducia ma chiede le dimissioni di Bocchino. Il governo è comunque avanti.
13.03. La seduta riprende.
12.59. La finiana Polidori vota no alla mozione di sfiducia: Berlusconi è salvo. Al suo voto scoppia una piccola rissa e Fini sospende la seduta.
12.45. Ci sarebbero due deputati finiani a rischio astensione, Moffa e Polidori. Sul fronte del governo, Gaglione è assente e non lo trovano. In questo caso ci sarebbe un pareggio: salverebbe un governo senza maggioranza.
12.33. Intanto RepubblicaTV documenta la “manifestazione” a sostegno dell’onorevole Scilipoti. No comment.
12.23. I deputati votanti sono 627, quindi se nessuno si astiene un pareggio è impossibile. In caso di pareggio il governo si salva comunque, visto che la mozione di sfiducia è stata presentata dall’opposizione.
12.21. Secondo i nostri conti il governo ha 314 voti, l’opposizione ne ha 313. Insomma, Scilipoti è decisivo: lo abbiamo messo tra i voti col governo ma non lo ha detto esplicitamente.
12.17. Finisce qui, si vota. Il cronista del Post va a fare i conti.
12.16. Siliquini, di Futuro e Libertà, dice che “non può votare la sfiducia”.
12.15. Guzzanti ha parlato di “impossibilità di votare la fiducia”. O si astiene o vota la sfiducia, quindi.
12.13. Paolo Guzzanti parla, improvvisamente silenzio tombale in aula.
12.12. Parla Maurizio Turco del PD e ribadisce il suo voto per la sfiducia. Ora anche Zamparutti, sempre del PD. Onestamente non si capisce il senso di questi interventi.
12.10. Intanto Nomfup ci illumina sulla bizzarra “manifestazione” a sostegno dell’onorevole Scilipoti.
12.09. I radicali intervengono tutti. Dopo Beltrandi parlano anche Bernardini e ora Coscioni.
12.08. Beltrandi conferma che i radicali voteranno la sfiducia al governo “e al regime partitocratico e antidemocratico”
12.06. Parla Scilipoti, a titolo personale. E annuncia decisioni “storiche e rivoluzionarie”
12.06. Cicchitto conclude e annuncia il voto contrario del PdL alla sfiducia. Passaggio fondamentale: l’offerta esplicita alle colombe di Futuro e Libertà.
12.05. Poi se la prende con Fini: “Dopo l’uso politico della giustizia, ora l’uso politico di cariche istituzionali”
12.04. Sarubbi criptico su Twitter: “Moffa e Polidori non sono tra i banchi di Fli, speriamo arrivino. Guzzanti lo vedo proprio male (poi ne parliamo)”.
12.03. “Di Pietro è la testimonianza vivente della crisi dell’università italiana, un laureato semianalfabeta”
12.02. Cicchitto fa una “proposta” ai deputati indecisi di Futuro e Libertà: “Non votate la sfiducia, siamo aperti a modificare la legge elettorale e la struttura di governo”
12.02. Tutto il repertorio davvero, da parte di Cicchitto: Repubblica, il Fatto, De Benedetti, Bazoli, la magistratura, il comunismo, i ribaltoni.
12.00. Fini intanto confabula con Urso su dei fogli, forse fanno i conti.
11.59. “Il ciclo di Berlusconi non è affatto finito”
11.59. “Fortuna che esiste Berlusconi: se non esistesse, dovremmo inventarlo”
11.58. “Il Partito Democratico cerca di recuperare il terreno perso dal PCI con la subalternità alla magistratura politicizzata”. Poi cita altre connivenze bancarie e fa i nomi di Bazoli e De Benedetti.
11.57. “Questo approccio di Berlusconi è stato definito populismo, ma allora sono populisti anche Obama, Sarkozy e Zapatero”
11.56. Parla Cicchitto e ha già attaccato con “l’uso politico della giustizia”
11.53. “Lo dico ai colleghi incerti: non diamo troppo tempo a questo tramonto, può fare molto male a questo paese”
11.52. “Questa giornata passerà ma noi non possiamo non vedere il bagliore di un tramonto”
11.51. “I moderati sono quelli che faticano a campare, la povera gente: non i truffatori che con i trattori difendono le quote latte”
11.51. “Altro che ribaltone: voi vi siete ribaltati!”
11.50. “Ma guardi che non son mica tutti miliardari, in questo paese qua?”
11.49. “Se una nave va, chi è che si butta giù? È la nave che non va, ve lo diciamo da tre anni, avete perso contatto con la realtà”
11.48. “Solo i bambini strillano per rifiutare la realtà e dicono che è colpa della strega: agli adulti non è consentito”
11.46. “Lei non è più in grado di garantire stabilità di governo: il voto che disperatamente cerca non è per governare, lo sa benissimo. Lei sta inseguendo una instabilità pilotata da lei che le consenta di guidare la macchina verso le elezioni per cercare una disperata rivincita alla sua sconfitta politica”
11.45. “Quest’incertezza per la sedicente maggioranza è motivo di agitazione e ansia, noi opposizione siamo tranquillissimi: comunque vada per voi sarà una sconfitta”
11.45. “Si dice che siamo davanti a un voto incerto, a pochi minuti ancora incerto. La conta è mobile. Certe botteghe non chiudono mai, sono aperte h 24, anche in questi minuti”
11.44. Parla Bersani.
11.43. “La Lega non vuole elezioni, la Lega vuole fare le riforme, vuole fatti concreti, non parole e chiacchiere”.
11.41. “In un mondo in cui tutti cambiano idea, Berlusconi ha tenuto fede ai patti, e questo la Lega glielo riconosce”
11.40. “Dietro di noi non abbiamo il palazzo o i poteri forti, noi siamo un movimento vero”
11.38. “Bocchino, il tono del suo intervento e le sue offese non sono degne di un esponente eletto nella maggioranza di governo”
11.37. Pronostico del cronista del Post: Berlusconi ce la fa di un voto.
11.36. Parla il capogruppo della Lega, Reguzzoni, che annuncia la fiducia ottenuta dal governo al Senato, applausi dai banchi di PdL e Lega.
11.35. I più rumorosi contro Bocchino non sono quelli di PdL e Lega bensì i riciclati del gruppo misto, Iannaccone e compagnia bella.
11.34. “L’unico vero eroe nella lotta alla legalità ha il volto di Paolo Borsellino”
11.34. “Non vogliamo un centrodestra che attacca i gay, la stampa, gli avversari politici, che racconta barzellette con bestemmie, che dice ‘chi se ne frega del Quirinale’, che insulta la Corte Costituzionale”. In aula c’è un gran casino.
11.33. I toni dei capigruppo dell’opposizione sono toni di accusa a Berlusconi e di sconfitta. Sono discorsi scritti ieri, e ieri la vittoria di Berlusconi sembrava quasi certa. Oggi le cose sembrano un po’ più incerte, ma Berlusconi è dato comunque in lieve vantaggio. Roba di uno o massimo due voti.
11.31. “Lei si serve dei voti dell’opposizione per cacciare brutalmente coloro che sono stati eletti in maggioranza: questo è il ribaltone della volontà popolare!”
11.30. “Mentre noi lottavamo contro la prima repubblica, lei ci faceva gli affari: non esiste un beneficiato dalla prima repubblica come Silvio Berlusconi”. Dalla maggioranza urlano a Bocchino “COMUNISTI!”
11.29. “Mentre noi lottavamo contro il comunismo, lei costruiva palazzi”
11.28. Bocchino cita il partito liberale e La Malfa, per tentare di rinsaldare le file.
11.27. Bocchino dice che il suo leader è sempre stato Gianfranco Fini, dagli anni Settanta a ora. “Se ha bisogno di guardare in faccia qualche traditore, si giri attorno”
11.26. Secondo Stefano Menichini, invece, a Montecitorio tutti sono convinti che il governo ce la fa.
11.25. Giulia Bongiorno è arrivata in aula in carrozzella.
11.24. “Ci sono due fallimenti di cui non si può non tenere conto: il primo è il fallimento del PdL”. E cita Battista sul Corriere di ieri, parlando di “brutale estromissione leninista” di Fini.
11.23. Parla Bocchino, di Futuro e Libertà.
11.22. Casini cita tutti i lanci di agenzia e le dichiarazioni di Bonaiuti che vogliono “pressioni vaticane” sull’UdC per conto del governo perché non votano la fiducia. “Presidente, la Chiesa si serve, se la si ama, per convinzione, non per usarla strumentalmente nelle scelte politiche”
11.21. Casini rinnova l’offerta a Berlusconi, chiedendogli di dimettersi e aprire una fase nuova. “Può ancora fermare questa dissennata corsa verso l’ignoto”. Berlusconi ridacchia.
11.17. Il governo ha ottenuto la fiducia del Senato con 162 si, 135 no e 11 astenuti.
11.16. “Un voto più o un voto in meno non cambia nulla”
11.14. “Ieri ho sentito un parlamentare del PdL dire che ‘se non c’era quest’inchiesta giudiziaria avremmo vinto con più voti'”, dice Casini.
11.12. Berlusconi rientra in aula.
11.11. Fini dice che la richiesta di Casini “è più che legittima”.
11.11. Casini dice che non parla finché non arriva Berlusconi.
11.10. “Fuori di qui, fuori da questo governo, fuori da questo paese! Prima è, meglio è!”. Di Pietro finisce di parlare, i deputati del PdL tornano in aula.
11.09. “Di Pietro è riuscito nell’impresa di far uscire Berlusconi dall’Aula e contemporaneamente di tenerlo in vita con i voti di due suoi ex”, scrive Sarubbi.
11.06. “Lei, con il voto che oggi ha comprato, ha ridotto le condizioni minime di democrazia in questo paese”. È un discorso fatto sullo scenario della vittoria di Berlusconi, che ora pare molto più incerta di quanto non fosse ieri.
11.03. Di Pietro continua a parlare con Berlusconi, che non c’è. Lo definisce “fuggiasco Berlusconi” e dice che ieri “si sbrodolava nei suoi calzoni”
11.02. I deputati del PdL hanno lasciato in massa l’aula, Di Pietro sta parlando da solo.
11.01. “Qualunque sia il voto che ha comprato, lei è arrivato al capolinea. Si consegni alla magistratura, e come un Noriega qualsiasi si faccia giudicare”. Berlusconi si alza e se ne va.
11.00. Furio Colombo si fa molto richiamare da Fini. Parla Di Pietro.
10.59. “Di Pietro, un leader che perde nove parlamentari e non in virtù di una scissione, si dovrebbe dimettere”.
10.58. “Il Movimento Sociale era un partito serio con un leader serio, il vostro partitino non è nemmeno un pallido ricordo: siete gli utili idioti della sinistra”, dice Iannaccone ai finiani.
10.56. Parla Iannaccone di NoiSud – da non confondere con IoSud, della ribelle Poli Bortone – e annuncia il voto di fiducia al governo. Il suo gruppo si è arricchito dell’adesione di Razzi, ex Italia dei Valori, che voterà la fiducia. “Berlusconi ha fatto bene a non dimettersi”.
10.54. “Lei usa la sinistra come un mantra negativo, io l’ho combattuta: davvero vuol far credere oggi che Putin sia più liberale di Bersani?”
10.54. Tabacci legge ma non annoia. Ed è paonazzo.
10.53. “Lei dice che vuole allargare la maggioranza, finora ha solo allargato l’opposizione”
10.52. Sarubbi scrive che “Scilipoti ha organizzato una manifestazione a suo favore in piazza San Claudio”.
10.52. “Il salto nel buio non è la crisi di governo, il salto nel buio è seguirla per l’ennesima volta: lei non è un moderato, lei divide il Paese”.
10.51. Tabacci annuncia il voto di sfiducia di Alleanza per l’Italia. Finora interventi molto brevi e coincisi.
10.47. Parla Lo Monte a nome del Movimento per l’Autonomia, anche lui voterà la sfiducia. Berlusconi è arrivato in aula. Accanto a lui Frattini e Tremonti, come ieri.
10.47. Come ieri, il deputato del PD Andrea Sarubbi racconta su Twitter cosa accade alla Camera.
10.45. Daniela Melchiorre, vestito rosso e spalle nude, dichiara il voto di sfiducia dei liberaldemocratici.
10.43. Francesco Nucara dice che il Partito repubblicano italiano ha deciso all’unanimità di votare la fiducia al governo.
10.40. Parla Brugger, dell’SVP, che ha già annunciato l’astensione (e al Senato ha polemizzato con Fini).
10.39. “Le faccio presente che le mozioni di sfiducia sono volte a conseguire il medesimo risultato giuridico: la revoca della fiducia al governo”, spiega Fini. Quindi votano una volta sola, tutte e due le mozioni insieme. Il deputato autore della proposta era Calderisi.
10.38. Molti continuano a dire “del FLI”, come se fosse il Futuro e Libertà. Resterà a lungo, come la PdL.
10.35. Un deputato del PdL è intervenuto sull’ordine dei lavori sta teorizzando la separazione tra motivazioni e dispositivo di sfiducia, chiedendo quindi che le due mozioni di sfiducia vengano votate separatamente.
10.31. Sembra che anche Bongiorno e Cosenza saranno in aula per votare.
10.23. Dalla Camera si dicono due cose: che Federica Mogherini ci sarà e che Fini ha fatto allestire una sala parto d’emergenza nell’infermeria della Camera.
10.22. Gasparri conclude, il Senato si appresta a votare. Alle 10,30 si comincia alla Camera. Noi teniamo d’occhio anche dall’altra parte.
10.19. “Apprezziamo l’atto di buona volontà di Futuro e Libertà, e ribadiamo che siamo disponibili ad ampliare il programma di governo e rafforzare questo governo, non altri governi. Ma le dimissioni no, le dimissioni no”
10.17. Abbiamo ricominciato con le rievocazioni storiche. Gasparri parla delle “tangenti” del Partito comunista, dell'”oro di Mosca”. “Cari colleghi, leggete qualche libro, vi farà bene”.
10.16. “La trattativa con la mafia c’è stata quando c’era Scalfaro al Quirinale e Ciampi a palazzo Chigi: noi l’abbiamo combattuta, qualcuno ha messo lo Stato in ginocchio”. Il tutto urlando come un ossesso.
10.14. Gasparri ha cominciato a urlare. Ci ha messo tre minuti.
10.13. Le proposte di Futuro e Libertà “sono ispirate alla ritualità della vecchia politica, di cui l’Italia non ne può più”.
10.11. Gasparri e i suoi iniziano sempre con tono moderato e istituzionale, garbato ed educato, poi vanno sbracando. È partito il conto alla rovescia.
10.10. Parla Gasparri, capogruppo del PdL.
10.08. “Mettiamo quietamente la nostra responsabilità al servizio del paese, disponibili a un governo di transizione, pronti alle elezioni”
10.07. Il discorso di Finocchiaro è un po’ moscio.
10.05. “Fini e il suo movimento la insidiano sul suo stesso terreno: che a qualche furbacchione turni utile dire che Fini è diventato di sinistra, è roba da comizi di paese”
10.03. Finocchiaro cita il Corriere della Sera e dice che è “normalmente molto generoso con lei”
10.01. “Non basta evocare la categoria del tradimento: le serve un poderoso senso della realtà”
10.00. Parla Anna Finocchiaro, capogruppo del PD.
9.59. “Si dimetta, si renda più utile che indispensabile”
9.58. “Ma lei pensa che lei e Bossi, soli, come Thelma e Louise, potrete affrontare i problemi del paese?”
9.54. Pietro Raffa spiega cosa succederebbe in caso di pareggio. “Al Senato, se finisse in parità, perderebbe il centrodestra, poichè avendo posto la questione di fiducia è costretto ad ottenere la metà più uno dei voti. Viceversa, alla Camera, essendo la proposta di proprietà del centrosinistra, in caso di parità la spunterebbe Berlusconi”.
9.53. “Lei ha scelto di rappresentare non i moderati ma la destra populista”
9.52. Solita critica del bipolarismo da parte dell’UdC, con parallelo tra la sorte del governo Prodi e quella del governo Berlusconi.
9.50. Il Movimento per l’Autonomia non voterà la fiducia. Ora parla di D’Alia, dell’UdC.
9.47. “Il viceministro Castelli mi ha detto, informalmente, ‘attraverso i fondi FAS abbiamo salvato l’Italia’”
9.46. “Lei sa bene, tra noi, chi è che ha disatteso i patti”
9.45. Parla Pistorio del Movimento per l’Autonomia: legge e legge velocissimissimo.
9.44. “Vada al Quirinale, rassegni le dimissioni e dica al paese: ci ho provato, ho fallito, me ne vado”
9.42. Quello di Belisario è un attacco disordinato, senza capo né coda, senza un filo conduttore, senza battute riuscite, se non involontarie. Una serie di critiche sparse, spezzate da qualche insulto.
9.41. “Lei sa benissimo che nel momento in cui mette piede fuori da palazzo Chigi dovrebbe essere accompagnato al tribunale di Milano”. Berlusconi se la ride molto.
9.39. Belisario dice che Berlusconi è “il mandante politico della più grande compravendita di parlamentari”, Schifani lo invita a moderare il linguaggio, Belisario se ne infischia
9.38. “Lei è il più incredibile presidente del consiglio di tutti i tempi, da guinness dei primari”. Qualche suo collega rumoreggia dietro di lui, che si gira: “Certo, in negativo”
9.37. “Lei è sfiduciato da un paese in sciopero generale dalla sua politica che affama e corrode la nostra società”
9.35. “Se non lo ha capito, lei se ne deve andare”
9.34. “È evidente che ella è sprezzante della sacralità del Parlamento e del popolo italiano”
9.31. “Troppo chiacchiericcio”, dice Schifani, “non si può lavorare così”. E minaccia di sospendere la seduta per il brusio. Deve parlare Belisario, dell’Italia dei Valori.
9.30. Viespoli quindi ufficializza l’astensione di Futuro e Libertà, con la proposta a Berlusconi di aprire la crisi prima del voto alla Camera.
9.30. “Noi ci asteniamo al Senato, lei si astenga dalla Camera, si astenga dalla conta, perché l’unica cosa che conta davvero è l’interesse nazionale”
9.29. “Io le propongo questo percorso politico. Io le chiedo di prendere atto delle risultanze del dibattito, il Senato voterà, presumibilmente darà la fiducia al governo. Il momento dopo ne prenda atto, vada al Quirinale, apra sul serio una nuova stagione politico-parlamentare. Per accompagnare questa proposta noi voteremo con l’astensione per accompagnare questo processo”
9.29. “Io so distinguere tra la politica e i gazebbisti”
9.28. “Se va alla conta alla Camera incappa in tre sconfitte: la sconfitta della leadership, il rischio del ribaltone, il rischio dell’instabilità di governo”
9.26. Di nuovo: “noi non faremo ribaltoni: se cade Berlusconi, non c’è altro spazio che per un altro governo di centrodestra”
9.25. “operazione legittima di trasformismo e transumanza parlamentare”. Viespoli ricorda a Bricolo che le sue tirate contro i ribaltoni può tenerle per sé e per la sua coalizione.
9.23. “Le è sfuggito un piccolo dettaglio, caro Bricolo: lei ha citato il 28 luglio, non ha ricordato il giorno dopo, il 29 luglio, quando l’ufficio politico del PdL ha ritenuto di dichiarare incompatibile il cofondatore del partito”
9.21. Viespoli se la prende molto con Bricolo, gli dice che “la maggioranza che ha vinto le elezioni aveva una diarchia di leadership”, “il centrodestra non era un partito, era una lista di più storie politiche con pari dignità”
9.20. Parla Viespoli, capogruppo di Futuro e Libertà.
9.18. Berlusconi è stravolto, sbadiglia, fa smorfie, si sgranchisce.
9.17. Rutelli viene interrotto, Schifani non interviene e Rutelli lo incalza: “Presidente, se lei pensa di presiedere così…”. Schifani allora si sveglia e si rivolge alla maggioranza: “Colleghi, cominciamo male, c’è un clima troppo effervescente”
9.16. “Il nascente polo formato da ApI, UdC, FLI e MpA”
9.14. “Sono proprio i moderati a chiedere di concludere questa esperienza di governo”
9.13. Intanto Berlusconi è entrato in aula. Ora Rutelli, con la camicia rossa.
9.11. “I poteri forti, le varie cricche di stato, stanno reagendo perché vogliono il potere e vogliono i governi tecnici”
9.09. “Voglio dire ai colleghi della sinistra: smettetela di cavalcare le proteste degli studenti”
9.08. Il discorso del capogruppo della Lega è tutto esclusivamente contro i finiani. Se vuol dire qualcosa, vuol dire che i tentativi di rabbonirne uno o due sono falliti e allora tanto vale prendersi a schiaffoni.
9.07. “Casini è un vecchio democristiano, Rutelli è stato candidato premier per il centrosinistra: come si fa un partito moderato con loro?”
9.06. Bricolo accusa i finiani di aver tentato di logorare il governo in ogni modo.
9.05. “Fino a sei mesi fa tutto andava bene”
9.04. “Siamo sempre stati uniti, compatti, granitici, agli ordini di Umberto Bossi”
9.04. “La Lega Nord ha sempre cercato di abbassare i toni e ricucire con tutti”
9.03. Rutelli non è pronto, rinuncia all’intervento. Parla Federico Bricolo della Lega.
9.02. Si comincia con le dichiarazioni di voto in Senato. Parla Francesco Rutelli.
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