La diretta dalla Camera
Alle 16 inizia la discussione alla Camera sulla mozione di sfiducia al governo
Tra oggi e domani si decide la sorte del governo Berlusconi. La Camera e il Senato saranno chiamati a esprimersi sulla loro fiducia nel governo, domani alle 9. Oggi si discutono le mozioni. Tutte le cose da sapere per seguire i lavori sono nella nostra guida. Qui, invece, la cronaca dei lavori di questa mattina al Senato.
19.33. Il discorso dell’onorevole Pepe, del PdL, è degna conclusione della giornata. “In queste ore le vite private di alcuni parlamentari sono passate al setaccio da un’inchiesta per reati non ancora consumati, questa è un’intimidazione! Domani arriveranno dei pullman per fare cadere il governo! Per questo le chiedo di convocare il Parlamento in SEDUTA SEGRETA!”. Fini gli dice “onorevole Pepe, per favore” e scioglie la seduta. Si ricomincia domani, alle 9 in Senato e alle 10,30 alla Camera.
19.31. Interviene Franceschini. “Dato che questo potrebbe essere l’ultimo intervento che il PresDelCons che ha fatto in quest’aula con questo incarico, poteva avere l’acorgimento di non leggere lo stesso testo letto al Senato, ignorando quattro ore di dibattito! Poteva farsi scrivere un altro intervento!”
19.30. Conclude ripetendo pari pari le cose dette stamattina. Domani, dalle 10,30, dichiarazioni di voto e poi votazione.
19.29. “La ragionevolezza e la responsabiità vincono sempre sulla irrag… irragevolezza e sull’irresponsabilità”
19.28. Ancora promesse. “Lavoreremo per allargare quanto più possibile l’attuale maggioranza, a partire da chi si richiama al Partito popolare europeo e rafforzare la squadra di governo”
19.27. Berlusconi propone “un patto di legislatura ai moderati”, “decidiamo insieme la strada”. Poi dice: “Oggi non è in gioco la persona del presidente del Consiglio”. E dall’opposizione si alza un coro di risate e “NOOOOOOOOO”. Berlusconi ridacchia.
19.26. “Le difficoltà e le divisioni interne non sono insormontabili, deve prevalere il buonsenso”. Dieci minuti fa in aula Corsaro e La Loggia sbranavano Fini.
19.24. “La legge elettorale si può modificare, ma con un solo limite: la difesa del bipolarismo”. Anche questa è un’apertura a Guzzanti e alle colombe finiane.
19.23. “Terremo conto dei consigli di tutti, compresi quelli degli amici liberali”. Altra strizzatina d’occhio a Guzzanti, che però nel frattempo è tornato convinto di votare la sfiducia.
19.22. “Se è sincera e reale la preoccupazione per la situazione in cui si trova l’Italia, l’unica strada possibile è quella di rinnovare la fiducia per l’attuale governo”
19.20. “Siamo l’unico governo ad aver vinto le elezioni di medio termine”. Medio termine è un’espressione che in italiano semplicemente non vuol dire nulla. Cos’è un termine? E un medio termine?
19.19. “L’apprezzamento del popolo italiano verso il PresDelCons è di gran lunga più alto che in qualsiasi altro paese europeo: lo so che vi fa male ma è così”
19.19. “Sono certo che ciascuno di voi nella propria coscienza sa che l’attuale governo non ha demeritato”
19.18. “Non voglio rispondere alle tante critiche ispirate tutte a un costante pregiudizio su tutto: voglio rivolgermi invece in particolari ai parlamentari che nel 2008 sono stati eletti nelle liste del PdL, ai parlamentari che hanno più volte votato la fiducia a questo governo, ai parlamentari che hanno fatto parte di questo governo e sanno bene quante e quali cose buone abbiamo fatto insieme, a voi che avete aderito ad altri gruppi parlamentari e ora insieme ad altri gruppi dell’opposizione avete presentato una mozione di sfiducia verso un governo eletto dagli stessi elettori che hanno eletto voi”.
19.16. “Vorrei ricordare ai deputati del PdL che avendo un’età catacombale questi applausi potrebbero farmi male”
19.15. Parla Berlusconi.
19.14. Ora parla Laboccetta, sempre del PdL, protagonista della storia della casa di Montecarlo e del documento di Santa Lucia.
19.13. Si conclude la discussione, ora due interventi a titolo personale della durata di un minuto. Picchi, del PdL, fa l’ultimo appello a Futuro e Libertà dicendo che votare la sfiducia significa aprire la strada alla speculazione finanziaria.
19.11. “La fine del Partito Democratico è D’Alema che va sul tetto”, dice Lupi. I suoi gli dicono che era Bersani. “Ah, sì, Bersani. D’Alema… D’Alema va in barca”.
19.07. Lupi difende la novantunenne mamma di Scilipoti, secondo i giornali importunata qualche giorno fa da una troupe di Annozero.
19.05. Maurizio Lupi cita Albert Einstein.
19.04. Parla Lupi del PdL e ricorda che alla fine di settembre Camera e Senato votarono in gran maggioranza la fiducia a Berlusconi.
19.01. Bindi giù di tono, per i suoi standard. “La legge elettorale non ha cambiato la Costituzione”
18.56. “Domani si mette fine non soltanto a questo governo e a questa maggioranza, ma a un’intera fase. La nostra manifestazione è stata il cartellino giallo, domani il cartellino rosso”
18.54. Parla Rosy Bindi. “Vedo che il presidente del Consiglio ha di nuovo degli impegni istituzionali, visto che ha lasciato l’aula”. Sarubbi su Twitter dice che trattasi di prostata.
18.51. “Direbbero i latini: post hoc, propter hoc”
18.50. “Onorevole Fini, non la chiamo Presidente per rispetto di questa istituzione a cui sono affezionato”
18.49. Ora La Russa attacca Baremboim, “noto costituzionalista”
18.49. La Loggia, nel rinfacciare alla sinistra un po’ di cose a caso (poco fa parlava di Ocalan, per dire), la accusa per la strategia TTB – Tutto Tranne Berlusconi – teorizzata da Ferrara sul Foglio. “Bersani, quando le sento dire la parola vergogna, mi viene da dirle, pacatamente e serenamente come direbbe il suo collega Veltroni, si vergogni lei. SI VERGOGNI! SI VERGOGNI! SI VERGOGNI!”. Pacatamente e serenamente.
18.45. Ora parla Enrico La Loggia del Popolo delle Libertà, che si dice “realmente e sinceramente indignato per l’ipocrisia che vedo in giro”.
18.44. Come da repertorio dell’Italia dei Valori, il discorso di Evangelisti è una successione di proverbi e frasi fatte, ominicchi e quaquaraquà.
18.43. Ora parla Fabio Evangelisti, dell’Italia dei Valori. Lui cita Ibrahimovic.
18.40. Corsaro è molto vicino a La Russa e ha un lungo passato in Alleanza Nazionale. Ma è tutto meno che finiano. Nel 2005 era coordinatore di AN in Lombardia e Fini intervenì per rimuoverlo dal suo incarico. Oggi gli dice che “lei ha tradito le emozioni”.
18.39. “Ve lo dico con le parole del vostro amico Di Pietro: ma voi con la destra che ci azzeccate?”
18.38. “Lei, Gianfranco Fini, è passato da Le Pen a Rutelli, dal più grande statista del secolo al male assoluto, dalla lotta alla droga agli spinelli fumati in Giamaica, dalla Bossi-Fini al voto per gli immigrati, dal merito alla scalata sui tetti, da Tatarella a Granata”. Ha torto solo sulla riforma universitaria.
18.35. Il deputato del PD Andrea Sarubbi racconta in diretta i lavori della Camera su Twitter. “Ho scoperto cosa legge Berlusconi: i discorsi dei suoi! E li corregge, prima che li pronuncino in Aula!”
18.34. Corsaro critica i ribaltoni e se la prende con Scalfaro, definito “il peggiore capo di stato che abbiamo avuto dai tempi dell’imperatore Nerone in poi”.
18.32. Intanto Berlusconi avrebbe rigettato l’offerta di Futuro e Libertà.
18,30: parla Corsaro del PdL. “Fini oggi ha consentito alla sinistra incapace di avere una vetrina”.
18,24: Turco ha i capelli dello stesso colore identico della giacca
18,22: Menia chiude tra le contestazioni, inizia Turco, radicale del PD, che ha sei minuti e inizia con i confinati a Ventotene
18,21: “Non mi pare Putin sia un grande esempio, chiedere alla Politkovskaya, se potesse parlare”
18,18: Menia racconta la sua storia di nipote di istriani: “sono geneticamente anticomunista e patriota”. E cita Papa Wojtyla. “Sono diventato comunista?” domanda a Berlusconi.
18,16: “anche quando ero al governo sono stato tentato di dimettermi perché trovavo imbarazzante il coinvolgimento di uomini del PdL in inchieste giudiziarie (…) taccio su altre vicende da basso impero”
18.14. “Per noi è già stata una scelta non facile fare un gruppo autonomo”
18.13. Menia parla e dice che lo fa “non a cuor leggero”. Lui è uno dei voti in bilico tra i finiani, una delle cosiddette colombe.
18.11. Quello che parla adesso, Francesco Saverio Romano, è un ex membro dell’UdC, passato con la maggioranza alla fine di settembre. Ora è nel gruppo misto, aderente alla componente dei “Popolari per l’Italia di domani”. Il tempo scade, Fini gli toglie la parola, Romano chiede altri trenta secondi.
18.06. Intanto un lettore ci spiega che Veltroni, quando parlava dell'”articolo 22 del codice militare degli Stati Uniti”, si riferiva a Catch-22, Comma 22, un paradosso contenuto in un romanzo satirico che viene molto citato dagli anglofoni per descrivere le situazioni senza soluzioni.
18.05. “Questa crisi è parsa poco comprensibile dal lettorato”
18.04. “Si doveva dar via al quel percorso di riforme che finalmente era auspicato e si dovevano fare. Poi è capitato una crisi che soprattutto è artificiale, una crisi di una maggioranza che entra in crisi proco dopo un voto di fiducia”
18.03. Parla Jole Santelli, deputata del PdL, con un grosso paio di occhiali da sole appoggiati sulla testa.
18.02. Veltroni ha spiegato a Berlusconi che la sua tesi per cui il debito pubblico sarebbe esploso grazie “ai governi della prima repubblica sostenuti dai comunisti” è una scemenza. Quei governi sono durati tre anni alla fine degli anni Settanta. Il debito pubblico è esploso negli anni Ottanta e Novanta.
17.59. Veltroni critica Berlusconi per non aver fatto le riforme istituzionali e rivanga nel passato citando il tradimento della Bicamerale.
17.56. Veltroni ora cita addirittura il codice militare degli Stati Uniti, dicendo che l’articolo 22 descrive la situazione in cui si trova Berlusconi. “Chi non è sano di mente può chiedere l’esenzione dal servizio militare, ma chi chiede l’esenzione dal servizio militare non è insano di mente”.
17.54. Parla Veltroni e parte citando De Gasperi.
17.53. È incredibile la sfacciataggine con cui molti deputati della maggioranza, poco fa anche Montagnoli, dicono che “chi tradisce il mandato popolare deve andare a casa”. Poi, se parlano di Scilipoti, dicono che i parlamentari sono liberi, che non c’è vincolo di mandato.
17.50. Montagnoli legge e biascica.
17.49. Montagnoli dice che Tremonti ha fatto la manovra “senza mettere le tasche nelle mani dei cittadini”.
17.48. Quelli della Lega si riconoscono per l’ostentazione della parlata veneta o lombarda. Questo è Montagnoli. Anche lui, come molti altri deputati della Lega, è sia parlamentare che sindaco.
17.46. Se la prende con chi ha promesso un reincarico in 72 ore. “Che può succedere in 72 ore, arrivano gli alieni?”
17.45. Ora parla Pionati, l’ex giornalista del Tg1, quello di Alleanza di centro per l’Italia.
17.42. Parla Gianni Vernetti, deputato torinese di Alleanza per l’Italia.
17.41. È successa una cosa strana a De Girolamo. Leggeva da un foglietto, e poi ha interrotto bruscamente il suo intervento. “Perché, la democrazia… scusate”. Si siede e non parla più. Avrà dimenticato il resto a casa. Altri parlano di grande emozione.
17.40. Prende la parola Nunzia De Girolamo e dice che “questa è la prima volta che il presidente della Camera sfiducia il presidente del Consiglio”.
17.39. “Lei potrà pure prendere domani un voto in più, dopodiché la crisi rimarrà lo stessa. Lei non avrà il voto per far passare niente, e con un voto in più non si governa il paese”. Lui lo sa benissimo, ma non lo dice.
17.37. C’è un po’ di maretta mentre parla Fassino, che si diverte a provocare il centrodestra: “le cifre sono là, guardatevele”
17.34. Mussolini strepita, Fini richiama Mussolini, Fassino dice “Mussolini, l’onorevole Carfagna l’ha già descritta adeguatamente”, Fini richiama nuovamente Mussolini, alla fine Fassino si scusa con Mussolini, Mussolini non si scusa con Fassino.
17.31. Parla Fassino e ricorda che nel 2008 fu il primo deputato dell’opposizione a prendere la parola quando la Camera diede la prima fiducia al governo Berlusconi. Dice un po’ che gliel’aveva detto, che doveva stare attento alle grande aspettative e ai grandi problemi del paese. E ricorda che quando gli aveva dato merito della vittoria aveva creato “qualche malumore tra questi banchi”.
17.29. Nel centrodestra tutti elogiano molto l’introduzione del reato di stalking, ci fosse uno che fa il nome di Mara Carfagna.
17.25. Persino Barbareschi legge il suo discorso da un foglietto, e per dire molto poco. Ora parla Lussana, della Lega Nord.
17.22. “Vengo da una tradizione familiare che ha fondato questo Parlamento, cent’anni fa. Le ho dato fiducia, ora non le credo più”
17.21. Parla Luca Barbareschi per tre minuti.
17.20. “Tanta gente che nel 2008 era felice oggi è disperata”, dice Buttiglione.
17.17. Buttiglione è l’ennesimo ex alleato entusiasta di Berlusconi che interviene per parlare impietosamente di Berlusconi. Ora addirittura paragona la stampa berlusconiana a quella del fascismo.
17.14. Intanto pare che i finiani hanno faticosamente trovato la quadra. Deputati e senatori di Futuro e Libertà hanno sottoscritto un documento con cui annunciano l’astensione al Senato e chiedono a Berlusconi di dimettersi dopo avere incassato la fiducia, prima del voto della Camera. Se il premier dirà di no, come probabile, Futuro e Libertà voterà la sfiducia ma “escludendo ogni ipotesi di governo che possa prefigurare ribaltoni, per sostenere di fatto un governo di centrodestra presieduto da un’altra personalità”. Questo è un passo, piccolo, verso le elezioni.
17.11. Parla Borghesi dell’Italia dei Valori, e quando dice “bunga bunga” Fini lo richiama e lo invita a utilizzare un linguaggio più consono all’aula.
17.07. Parla Ferdinando Latteri, già rettore dell’università di Catania, già deputato con la Democrazia Cristiana, già aderente di Forza Italia, già candidato (e trombato) alle europee per l’Ulivo, già candidato (e trombato) alle primarie per la presidenza della regione Sicilia. Ora è nel gruppo misto, col Movimento per l’Autonomia.
17.05. “Questo governo assomiglia alla coda di una lucertola, che si dimena staccata dal resto del corpo: siamo in presenza di un possibile processo criminale”.
17.04. Ora sta parlando Leoluca Orlando, dell’Italia dei Valori. “Non siamo in presenza di singoli atti di corruzione, siamo in presenza di una vera e propria associazione a delinquere”.
17.03. “Ce troverete sempre da’a stessa parte, quella da’a famiglia naturale, senza se e senza ma”.
17.01. Nella sua vita precedente, Rampelli faceva boxe. Ahò.
17.00. “In meno di due anni abbiamo messo in ginocchio la mafia”
16.58. Parla Fabio Rampelli del Popolo delle Libertà: se chiudete gli occhi, sembra di sentire un personaggio di Romanzo Criminale, tipo il Freddo.
16.56. “Lei le elezioni le ha perse già due volte, il che vuol dire che non è invincibile: in un paese democratico questo dovrebbe convincerla a farsi da parte. Lei è stato a lungo il proprietario del centrodestra, ora non lo è più”. D’Alema conclude meglio di com’era partito.
16.55. D’Alema un po’ moscio, almeno per i suoi standard dialettici. Però dice che il risultato del voto di fiducia “è persino irrilevante”, e che sarebbe “persino più umiliante passare con uno o due voti in più”.
16.51. Abbiamo messo insieme un po’ di facce berlusconiane dai lavori di stamattina al Senato, intanto.
16.49. “Si chiude non solo l’esperienza di questo governo, si chiude un ciclo almeno decennale e con un esito profondamente deludente per il nostro paese”
16.47. “Vorrei ringraziare il presidente del Consiglio di averci risparmiato in questo ramo il suo discorso di stamattina”
16.47. Parla D’Alema, per nove minuti.
16.43. “La scelta di ritornare al nucleare poteva essere antipopolare”
16.41. Parla Luciano Dussin, della Lega Nord. Elogia “la vincente lotta contro l’antistato”, e legge.
16.39. Futuro e Libertà si asterrà al Senato, dice il capogruppo Viespoli (che prima di pranzo aveva detto il contrario). E chiede a Berlusconi di dimettersi prima del voto alla Camera.
16.38. Berlusconi è arrivato in aula. Quando Della Vedova dice “sono uno che lei definisce un traditore”, scrive Cazzullo, lui annuisce.
16.37. Secondo Repubblica l’accordo trovato tra Fini e le cosiddette colombe sarebbe questo: “in Fli si sarebbe raggiunta una soluzione politica che prevede l’astensione dei futuristi al Senato e un nuovo documento politico con il quale si chiede a Berlusconi di dimettersi dopo aver incassato il sì di palazzo Madama e prima di passare dal voto di Montecitorio”.
16.35. “Oggi parla come un marziano arrivato l’altroieri mentre invece governa da sedici anni”. Ora parla Della Vedova, di Futuro e Libertà. Si succedono giudizi severissimi sul premier espressi da ex alleati del premier.
16.33. “Domani voteremo per la trentottesima volta la sfiducia al governo Berlusconi”, dice Cesa.
16.31. Fini striglia Urso, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, invitandolo a non dare le spalle alla presidenza.
16,29. Lei di qua, signor presidente di là, però Berlusconi in aula mica c’è.
16.28. “Anche se il governo Berlusconi dovesse ottenere la fiducia, uscirebbe sconfitto”, dice Lorenzo Cesa.
16.27. Intanto le indecisioni di tre deputati di Futuro e Libertà ci costringono a rifare i conti. La maggioranza si raggiunge a quota 314. Il governo è certo di poter contare su 311 voti. L’opposizione è certa di poter contare su 307 voti. Rimangono nove voti ancora in bilico. Tre appartengono a tre deputate incinte: Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza di Futuro e Libertà, Federica Mogherini del PD. Tutte e tre hanno detto che faranno di tutto per essere in aula e votare la sfiducia al governo. Poi ci sono tre voti del gruppo misto: Bruno Calearo, Domenico Scilipoti e Paolo Guzzanti. Poi ci sono le tre colombe di Futuro e Libertà, in questo momento impegnate in grandi conversazioni con Fini e Berlusconi: Moffa, Siquilini e Polidori.
16.23. “Il presidente del Consiglio odia l’Italia”
16.23. “Berlusconi sta cercando di avere dentro quest’aula, comprandola, la fiducia che ha perso nel paese”
16.22. Parla Donadi, “per tre minuti e trenta secondi”.
16.21. Parla Roberto Nicco, deputato valdostano iscritto al gruppo misto: voterà la sfiducia.
16.19. Franceschini interviene sull’ordine dei lavori e si lamenta dell’assenza di Berlusconi in aula. Fini dice che il premier arriverà alla Camera alle 16,30.
16.18. Adornato, che parla adesso, ha un passato non di poco conto nelle file di Forza Italia e delle file berlusconiane. Ed è anche il promotore del “partito unitario dei moderati”. Oggi chiede a Berlusconi di fare “un gesto d’amore per il paese e dare le dimissioni”.
16.15. “Non pensiamo che tutti i problemi dell’Italia si chiamino Silvio Berlusconi, ma pensiamo che Silvio Berlusconi non si sta più occupando dei problemi dell’Italia”. Intanto la mozione dei finiani non è presentata da uno dei finiani.
16.14. Parla Ferdinando Adornato e illustra la mozione di sfiducia per il cosiddetto terzo polo.
16.13. “Ogni cosa ha il suo prezzo ma nessuno lo sa quanto costa la mia libertà”. Letta conclude citando Edoardo Bennato.
16.11. “Sappiamo tutti che il capo di questo governo, il senatore Umberto Bossi…”
16.09. “Cosa vuol dire, detto da lei, moderazione? È moderazione attaccare la Corte Costituzionale quando si è all’estero? Lei e la moderazione siete come il sole e la luna”. La questione dell’abuso della parola moderati è sensata e noi l’abbiamo posta la settimana scorsa, parlando di Bruno Vespa.
16.09. “Questo governo è partito con la maggiore forza politica che un governo abbia mai avuto in Italia e si ritrova ora a mendicare una fiducia minima, il tutto per fare quello che non è riuscito a fare con cento voti in più”
16.06. Inizia la discussione, parla Enrico Letta che illustra la mozione di sfiducia.