I programmi per il futuro dell’INPS
Il Corriere della Sera riassume i documenti sulle preoccupanti prospettive delle pensioni
Il Corriere della Sera pubblica oggi in prima pagina un allarmante articolo di Enrico Marro sulle prospettive delle pensioni degli italiani iscritti all’INPS.
Pensioni sempre più basse in rapporto ai redditi da lavoro e bilanci in peggioramento a causa dell’invecchiamento della popolazione. La «verifica tecnico-attuariale» con le stime fino al 2037 è contenuta in una quarantina di dossier che fotografano l’evoluzione delle pensioni di ciascuna categoria, accompagnati da una relazione generale: documenti licenziati lo scorso settembre ma finora non divulgati dall’Inps. Decisa dal commissario straordinario, Antonio Mastrapasqua, anche in seguito al decreto del ministro del Lavoro che aveva disposto un esercizio analogo per le casse privatizzate, la verifica mostra come il sistema di calcolo contributivo ( pensioni commisurate ai contributi versati in tutta la vita lavorativa) cominci a mordere, riducendo l’importo degli assegni. Un effetto che proseguirà anche dopo il 2037, se si tiene conto che solo verso il 2050 l’Inps non pagherà più pensioni calcolate col più vantaggioso metodo retributivo.
Nonostante ciò, l’invecchiamento della società metterà a dura prova i conti, determinando un peggioramento dei bilanci d’esercizio e degli stati patrimoniali. Va detto però che le ultime riforme decise lo scorso luglio — la «finestra mobile», che ritarda il pensionamento di un anno rispetto alla maturazione dei requisiti, e l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita a partire dal 2015 — non sono calcolate in questi bilanci tecnici, che sono fatti con le norme vigenti al primo gennaio 2009. Semmai, i dati che emergono dimostrano ancora di più come fosse necessario decidere appunto un ulteriore aumento dell’età di pensionamento. Resta invece da risolvere il problema della sostenibilità sociale del sistema, cioè dell’adeguatezza delle pensioni rispetto al precedente tenore di vita. La soluzione della previdenza integrativa appare ancora insufficiente.
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