Berlusconi ce la fa?
Il punto della situazione: a quattro giorni dal voto di sfiducia si mette meglio per il governo
Aspettiamo e vediamo cosa succederà il 14 dicembre prima di fare analisi e bilanci, ma in questo momento probabilmente i finiani non stanno passando un momento eccezionale. Il 3 dicembre Futuro e Libertà aveva presentato una mozione di sfiducia, sottoscritta anche da UdC, ApI e MpA. Bocchino annunciò che la maggioranza non esisteva più, e fino a ieri diceva che «siamo 316 a 311». In realtà a fare i conti oggi il governo rischia di farcela, per un pelo.
Ieri avevamo detto che c’erano due cose da tenere d’occhio: i due deputati della SVP e i tre indecisi (due dell’IdV, uno del gruppo misto). L’astensione dei due deputati della SVP, che pare ormai certa, avrà l’effetto di abbassare il quorum: a Berlusconi non servono più 316 voti bensì 314. I tre indecisi si spostano pericolosamente verso il voto al governo: ieri i deputati Razzi e Grassano hanno annunciato il voto per il governo, e quest’ultimo aveva persino firmato la mozione di sfiducia del terzo polo. A loro si aggiungerà forse Scilipoti, il colorito ex esponente dell’IdV che ieri ha detto di essere ancora indeciso, Giampiero Catone, che è entrato in Futuro e Libertà e ne è uscito poco dopo; persino Paolo Guzzanti, dopo aver detto peste e corna di Berlusconi negli ultimi mesi, viene dato in dubbio dai giornali, orientato a non votare la sfiducia.
Veniamo ai numeri, quindi.
Il governo alla Camera è certo di poter contare su 310 voti: 235 del PdL, 59 della Lega, 12 di Noi Sud, poi Nucara, Pionati, Cesario e Grassano.
L’opposizione alla Camera è certa di poter contare su 310 voti: 199 del PD, 35 dell’UdC, 32 di Futuro e Libertà, 22 dell’Italia dei Valori, 6 dell’ApI, 6 dei Radicali, 5 del MpA, 2 dei Liberaldemocratici, poi Nicco, La Malfa e Giulietti.
In bilico ci sono nove voti. Due sono quelli della SVP, che si asterranno. Altri tre appartengono a tre deputate in gravidanza e sul punto di partorire: Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza di Futuro e Libertà, Federica Mogherini del PD. Tutte e tre hanno detto che faranno di tutto per essere in aula e votare la sfiducia al governo. Poi ci sono gli ultimi quattro, gli indecisi. Uno è Bruno Calearo, che ieri ha annunciato l’astensione ma non sembra ancora deciso: dovesse astenersi abbasserebbe ulteriormente il quorum. Gli altri tre sono Catone, Scilipoti e Guzzanti, di cui abbiamo detto sopra. Al governo potrebbe bastare aggiudicarsi i loro voti per mettere al sicuro la sopravvivenza – almeno per un altro po’.
foto: FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images