La Russia, amici o nemici?
Nuovi documenti di Wikileaks rivelano recenti piani NATO di difesa dei paesi baltici da un possibile attacco da Est
Una serie di documenti diffusi da Wikileaks cita una discussione all’interno della NATO dei piani di difesa di tre stati membri – Estonia, Lituania e Lettonia – da un potenziale attacco russo, e l’estensione ai tre paesi baltici del piano “Eagle Guardian” già applicato alla Polonia. Lo studio di un piano di difesa sarebbe scaturito dalle paure conseguenti all’invasione della Georgia da parte dell’esercito russo nel 2008, e si sarebbe concretizzato nel gennaio di quest’anno con una riunione negli uffici NATO di Bruxelles. Dalla fine della guerra fredda è la prima volta di cui si sa in cui l’Occidente avrebbe progettato una difesa militare dalla Russia.
Parallelamente, la NATO avrebbe discusso un rafforzamento delle difese navali e aeree in Polonia. I paesi membri hanno diritto, secondo l’articolo 5 del Trattato Atlantico, a essere difesi dalle forze alleate in caso di attacco, e sia la Polonia che gli stati baltici (ancora molto sensibili alle minacce russe) si erano lamentati in passato che la sua applicazione non fosse abbastanza garantita da un cospicuo dispiegamento di forze militari, soprattutto dopo le simulazioni militari compiute dai russi l’anno scorso aventi come obiettivo immaginario proprio quei paesi.
La nuova politica di difesa sarebbe stata avviata congiuntamente e segretamente da tedeschi e americani col silenzio-assenso degli altri paesi membri della NATO. Nei documenti di Wikileaks i rappresentanti dei paesi baltici – membri dal 2004 – se ne dicono molto soddisfatti, mentre i polacchi temono che la diluizione su un maggior numero di stati del piano di difesa li renda meno protetti. I documenti sono comunicazioni tra il Dipartimento di Stato e le ambasciate e non contengono dettagli militari delle nuove politiche, ma vi si insiste molto sulla segretezza per non mettere a rischio i rapporti ufficialmente amichevoli con la Russia: anche se nei mesi scorsi i giornali dei tre paesi baltici avevano cominciato a parlarne.