Da dove vengono i documenti di Wikileaks?
Probabilmente da Bradley Manning, un analista dell'esercito che si trovava a Baghdad
Prima il video dell’attacco aereo degli Stati Uniti a Baghdad in cui sono morti civili innocenti, poi i rapporti riservati delle guerre in Afghanistan e in Iraq, infine quelli provenienti dalle ambasciate americane di tutto il mondo: nel corso del 2010 la popolarità di Wikileaks è cresciuta a dismisura, di pari passo con l’importanza dei documenti segreti pubblicati. Ma qual è la fonte che ha passato questi materiali riservati a Wikileaks? Secondo il Pentagono è Bradley Manning, un giovane soldato dell’esercito americano sotto arresto dal giugno scorso.
Abbiamo già raccontato la storia di Manning, tornata ora d’attualità con l’ultima grande pubblicazione di documenti. Manning è un’analista ventitreenne dell’intelligence americana, è diventato il primo sospettato dopo la denuncia di un ex hacker, Adrian Lamo, all’FBI. Manning avrebbe contattato via chat l’hacker lo scorso 21 maggio mentre si trovava in servizio a Baghdad, e gli avrebbe confessato di aver passato a Wikileaks il video del “Collateral Murder”, in cui un elicottero americano uccide diversi civili in uno scontro a fuoco. Oltre ad assumersi la responsabilità del video, l’analista dice di avere in mano 260mila rapporti riservati delle ambasciate americane, più o meno l’esatto numero di quelli che, qualche mese dopo, Wikileaks ha pubblicato. Secondo Manning non sarebbe stato difficile appropriarsi dei file e uploadarli su un cd.
Il Post ha tradotto la presunta conversazione via chat tra i due, pubblicata in versione censurata su Wired, in cui Manning ammetterebbe tutto.
(12:26:09 PM) bradass87: diciamo che “qualcuno” che conosco molto bene, è entrato nelle reti riservati degli Stati Uniti, e ha preso informazioni come quelle che ti ho detto… e ha trasferito quelle informazioni dalle reti riservate su reti comuni… classificando le informazioni, comprimendole, criptandole, e inviandole a un pazzo australiano coi capelli bianchi che sembra non poter stare in un paese molto a lungo
(12:31:43 PM) bradass87: pazzo australiano coi capelli bianchi = Julian Assange
(12:52:33 PM) bradass87: Hilary Clinton, e altri migliaia di diplomatici da tutto il mondo stanno per avere un attacco di cuore, quando si sveglieranno e scopriranno che tutti i documenti di politica estera saranno disponibili a chiunque…
(1:00:57 PM) bradass87: c’è così tanto… riguarda tutti sulla terra… tutti dove c’è una postazione americana… sarà uno scandalo diplomatico… Islanda, Vaticano, Spagna, Brasile, Madagascar, se è un paese, ed è riconosciuto dagli Stati Uniti come un paese, c’è sotto roba marcia
(1:13:10 PM) bradass87: è solo… non voglio farne parte… almeno non adesso… non sono pronto… non mi interessa andare in prigione per il resto della mia vita, o venir ucciso, se non fosse per la possibilità di essere fotografato… di fronte a tutta la stampa mondiale… come ragazzo…
Attualmente, Manning è detenuto in isolamento nella prigione militare di Quantico, in Virginia. È accusato di aver passato illegalmente informazioni riservate e rischia di finire davanti alla corte marziale. Se fosse giudicato colpevole, potrebbe scontare una pena massima di 52 anni in carcere. Lamo ha spiegato così la decisione di denunciarlo alle autorità:
“Non l’avrei fatto se non avessi pensato che qualche vita era in pericolo. [Manning] era in una zona di guerra, e in pratica stava cercando di trovare più informazioni riservate che poteva, per poi spargerle in giro”.
Wikileaks non ha ovviamente mai confermato Manning come fonte, ma attraverso il suo fondatore Julian Assange lo ha più volte definito, con dei giri di parole (“se fosse stato lui”), un “eroe”, in qualche modo avallando la tesi dell’accusa. Tutt’ora l’account su Twitter di Wikileaks ha un avatar con la scritta “Free Bradley”.
Credit Associated Press
– Il Pentagono arresta la fonte di Wikileaks
– Le chat tra Manning e Lamo
– Tutti gli articoli del Post su Wikileaks