Se pensi al Grande Fratello a cosa pensi?
Michele Boroni su Link fa la classifica dei programmi tv che nell'ultimo decennio sono diventati un brand e hanno influenzato di più la nostra cultura
Link è una rivista che tratta di televisione, una delle migliori in Italia, e Michele Boroni un esperto di cose di pubblicità e comunicazione, nonché un celebre blogger sotto il nick EmmeBi. Per l’ultimo numero di Link Boroni ha ragionato su quali siano stati i programmi televisivi degli ultimi dieci anni in grado di trasformarsi in brand, cioè di sconfinare oltre il loro essere “semplici” show per diventare un marchio riconoscibile a tutti gli effetti.
Se la definizione “trasformarsi in brand” potrebbe essere un po’ ostica per qualcuno, la classifica — trattando di prodotti unici, riconoscibili e con un impatto — si può tranquillamente interpretare come l’elenco dei programmi che hanno influenzato di più la nostra cultura, per forza della comunicazione e presenza nelle nostre vite.
#1 GRANDE FRATELLO (Canale 5)
– Reality killed the tv star –
Per quarant’anni la citazione del “Grande Fratello” rimandava all’onnipotente leader invisibile di 1984, il romanzo di George Orwell; dal 2000, invece, il pensiero corre immediatamente verso il reality show prodotto da Endemol. E già l’avere influito così profondamente sull’immaginario e sui riferimenti iconici della cultura pop lo porta di diritto ad essere un brand. Oltre a questo, il Grande Fratello è stato il primo reality show della televisione italiana, il più longevo e popolare. Un brand mass-market, che ha portato la gente comune ad essere, per la prima volta, protagonista assoluta di uno show, senza troppe mediazione. Un brand che è uscito dalla tv e si è presentato su altri media e piattaforme con la stessa forza dirompente. Un brand, infine, che ha profondamente mutato il modo di fare tv e di costruire i palinsesti. Ma questa è un’altra storia.
#2 LOST (Fox, RaiDue)
– Transmedia Storytelling –
Gli anni Zero sono stati il decennio delle serie tv. Lost, il prodotto televisivo più riuscito di J.J. Abrams, è il grande racconto che ha superato i confini televisivi e creato narrazioni parallele. Fenomeno di culto e, allo stesso tempo, un successo popolare.
Il culto è stato alimentato da meccanismi in cui lo spettatore viene coinvolto in prima persona e chiamato a rintracciare e decifrare segnali e collegamenti, innescando così un corto circuito tra fiction e realtà. Ad esempio, tramite alcune cross-promotion che hanno fatto vivere alcuni personaggi e simboli della serie (l’Oceanic Airlines, i numeri misteriosi, la rock band Driveshaft…) al di fuori del set dell’isola, gli autori hanno attivato uno strumento di comunicazione che ha incuriosito, coinvolto e fidelizzato gli appassionati della serie.
In Italia il successo popolare va ricondotto più ai buzz generati dai giornali e ai download sulla rete piuttosto che agli ascolti tv.#3 AMICI (Italia 1 – Canale 5)
– Rebranding e glocal brand –
Inizialmente il talent show, nato nel 2001 e ispirato al format originario inglese Pop Idol (ITV1), andava in onda su Italia 1 con il titolo “Saranno Famosi”. In seguito, per questioni legali legate ai diritti d’autore della serie tv omonima, il nome è stato cambiato in “Amici di Maria De Filippi” (conosciuto meglio però come Amici), mantenendo il font e il lettering dell’originale. Il rebranding ha coinciso con una forte differenziazione rispetto al format originale e globale, aprendosi ad una maggiore interdisciplinarità (anche ballo e recitazione oltre alla musica), a una minore invasività nella vita e una focalizzazione sulla vita scolastica dei ragazzi. Oltre all’originale stile di conduzione della De Filippi.
Tutto questo ha portato al grande successo popolare dello show che, oltre a lanciare nel music business italiano i vincitori del talent show, è diventato un’importante piattaforma per la promozione di molti brand di abbigliamento sportivo.