L’incendio in Israele
Quaranta persone sono morte, altre tredicimila sono state evacuate
Quaranta persone sono morte in un enorme incendio nella foresta Carmel nel nord del paese, vicino ad Haifa, la seconda città più grande della nazione, ora coperta di fumo. I vigili del fuoco stanno cercando di limitare le fiamme, che coprono quasi 3mila ettari di terreno. Il governo israeliano si incontrerà oggi per decidere come gestire l’emergenza e cercare di spegnere l’incendio.
Le fiamme sono state alimentate dai venti forti. Le cause dell’incendio sono ancora sconosciute, ma la polizia sta già investigando sulla possibilità che sia nato da una discarica illegale. Diverse nazioni hanno intanto inviato aerei antincendio per aiutare Israele a contenere i danni; quattro sono arrivati dalla Grecia, quattro dalla Spagna, due dalla Francia, due da Cipro, uno da Croazia, Russia e Azerbaijan, e due anche dalla Turchia, segnale di minima distensione dei rapporti diplomatici con Israele, tesi dall’attacco alla flotta della Mavi Marmara dello scorso maggio. Gli Stati Uniti hanno inviato un Boeing 747 pieno di ritardanti chimici per spegnere le fiamme.
La maggior parte dei morti sono carcerati che si trovavano su un autobus, per essere trasferiti: l’autista avrebbe perso il controllo della vettura a causa delle “fiamme e del fumo che lo circondavano”. Gli altri prigionieri del carcere sono stati temporaneamente trasferiti, e altre 13mila persone sono state evacuate. L’amministrazione Netanyahu ha definito l’incendio uno dei più gravi della storia d’Israele, “un incendio su scala internazionale”, e ha messo in campo l’esercito per aiutare con i soccorsi.